Terremoto, centinaia di sfollati in ansia perchè non sanno ancora dove dovranno andare

Terremoto, centinaia di sfollati in ansia perchè non sanno ancora dove dovranno andare

Dall'incontro con Pieroni non sono uscite soluzioni, se non dover ancora aspettare che vengano dati i nomi delle strutture ospitanti

A dieci giorni dalla scadenza dei termini del contratto di ospitalità per gli sfollati, centinaia di persone sono in ansia perché non sanno ancora dove dovranno andare, l'azione di mediazione dell'assessore regionale al Turismo Moreno Pieroni è fallita.


Non sono stati comunicati i criteri in base ai quali si sceglierà chi deve essere spostato e chi no e questo crea una "guerra tra poveri", disparità di trattamento e tensioni tra gli sfollati. L'assessore Pieroni, pur essendo consapevole che le Sae (strutture abitative di emergenza, casette in legno), non sarebbero state pronte ad aprile aveva garantito agli albergatori che entro il 30 aprile le strutture sarebbero state libere da noi "sfollati", ma nel corso dell'ultimo incontro all'Holiday, non è stato fatto nessun nome malgrado più volte richiesto dalle persone presenti.


L'unica cosa certa è che è stato scaricato sui sindaci il difficile compito di decidere delle sorti dei loro concittadini, perché chi prima crea i problemi mettendosi nell'incapacità di risolverli demanda la loro soluzione ad altri, gioco che la politica sta facendo un po troppo spesso nella gestione di questa emergenza.


Affermare, come ha fatto l'assessore Pieroni, che c'è chi sta creando inutili conflitti per visibilità personale, è la classica scappatoia di chi nel torto non sa cosa dire e come suggerisce il detto "la miglior difesa è l'attacco", si rivolge contro semplici cittadini che hanno perso tutto e stanno solo cercando di far valere i diritti inviolabili dell'essere umano.


Si evidenzia disparità di trattamento anche tra gli albergatori, tra coloro che hanno deciso di tenere gli sfollati e chi no. Se esiste questa situazione ci sono precise responsabilità politiche, a partire dai ritardi per le Sae, l'incapacità di dare risposte alle aspettative di albergatori e sfollati, conciliando le diverse esigenze. Ci sono strutture che in inverno normalmente sono chiuse hanno trovato presenze e reddito anche per i mesi invernali e nonostante abbiano triplicato il loro reddito, non vogliono più tenere gli sfollati.


E' evidente la contraddizione tra il fatto che si denunciano perdite economiche da parte di località turistiche blasonate per calo di presenze turistiche e poi si difendono le "prenotazioni" di alcune strutture a Porto Sant'Elpidio, il quale starebbe vivendo un particolare boom turistico, quando nel resto delle Marche ci si lamenta perché il turismo è in calo.


Tutto questo ora si scarica su chi non ha più una casa, costretto a subire danni psicologici che neanche il terremoto ha fatto, senza la certezza di un posto dove stare. Le persone che dormono al caldo delle loro belle case, non sanno cosa significa non avere più certezze, vedere i sacrifici di una vita distrutti in pochi secondi, ritrovarsi ogni giorno a pensare cosa sarà di noi, tra le mille preoccupazioni che ogni giorno assalgono la nostra mente, dobbiamo anche preoccuparci di che fine faremo.


La verità è che dall'incontro con Pieroni non sono uscite soluzioni, se non dover ancora aspettare che vengano dati i nomi delle strutture ospitanti e criteri scritti con i quali si determina chi ha diritto a rimanere dove si trova.


Ci si è posti il problema dei danni psicologici che si arrecano a chi contro la propria volontà sarà costretto a spostarsi?


Non era molto più semplice far rispettare un contratto e dare un po' di tranquillità e serenità a chi in questo momento non ne ha? Eppure nell'incontro avuto il 23 marzo con alcuni membri del nostro comitato le affermazioni dell'assessore Pieroni sono state ben altre.