La riunione a Rieti della Rete dei Volontari IPE è stata l’occasione di un utile confronto tra i rappresentanti del Commissario Straordinario per la Ricostruzione, la Protezione Civile Nazionale, il Consiglio Nazionale Ingegneri e l’Associazione Nazionale Ingegneri per la Prevenzione e le Emergenze.
Si è tenuta a Rieti il 17 febbraio scorso, presso la Sala dei Cordari, l’Assemblea della Rete dei Volontari IPE, cui fanno capo numerosi ingegneri impegnati in prima linea dopo il sisma del 24 agosto che ha colpito ben quattro regioni dell’Italia centrale. Una riunione che ha visto la partecipazione straordinaria di un nutrito gruppo di professionisti agibilitatori che fa capo all’Associazione Nazionale Ingegneri per la Prevenzione e le Emergenze, braccio operativo del CNI.
L’incontro introdotto dall’Ing. Marco Carozza, uno dei portavoce della Rete, è stato fortemente voluto da un coordinamento nato spontaneamente su Whatsapp a settembre, durante il secondo turno di sopralluoghi per la compilazione delle schede Aedes, per scambiarsi esperienze e informazioni sul campo.
Da questa fase ‘embrionale’ è nata appunto la Rete dei Volontari IPE che, com’è stato chiarito a più riprese, non è e non aspira a essere né un movimento né un'associazione autonoma rispetto a IPE, ma nasce in seno alla ‘famiglia’ del Consiglio Nazionale Ingegneri per portare il suo contributo in termini di proposte e iniziative verso lo stesso CNI, la Protezione Civile Nazionale e gli uffici per la Ricostruzione.
Per questo, pur nell’irritualità di un’assemblea convocata dalla base, i vertici di CNI/IPE hanno colto un’importante opportunità d’incontro e confronto diretto tra gli attori istituzionali e i volontari. Gli interventi che si sono susseguiti, a tratti in modo fortemente critico ma in un clima sempre costruttivo, sono stati mossi dalla delusione per il nuovo corso dato dalle ordinanze di dicembre alla gestione dell'emergenza.
In particolare ‘sotto inchiesta’ sono stati messi i provvedimenti OCDPC n.422 del 16/12/2016 e n.10 del 19/12/2016 che hanno stravolto l’originario impianto di verifica dell’agibilità, introducendo dapprima l’uso delle procedure speditive Fast per professionisti non abilitati dagli appositi corsi NTN e dando in seguito la possibilità da parte di tecnici incaricati direttamente da committenti privati di certificare lo stato degli edifici tramite scheda Aedes.
Il primo a intervenire è stato il presidente Zambrano che ha ringraziato i tantissimi ingegneri che si sono mobilitati dopo il terremoto e ha spiegato le ragioni per cui il CNI ha aderito e supportato l’Assemblea della Rete Volontari IPE, apprezzandone modi e finalità. L’Ingegner Zambrano ha poi introdotto una serie d’iniziative già previste nell’ottica di sburocratizzazione e snellimento delle procedure oggetto di continuo confronto con DPC e Uffici per la Ricostruzione, che però sono state fortemente rallentate proprio dal perdurare degli eventi sismici che hanno reso quest’emergenza più complessa rispetto a situazioni analoghe del passato.
In ogni caso qualcosa si è ottenuto, come l’approvazione in Commissione della Classificazione Sismica, però è innegabile che occorra rivedere nell’organizzazione interna la capacità di risposta, non tanto da parte di IPE e dei volontari, quanto nei rapporti con i singoli Ordini Provinciali. È altresì auspicabile un maggior coinvolgimento della Rete delle Professioni Tecniche, attualmente coordinata dallo stesso Zambrano.
L’Ing. Pierpaolo Tamasi, dopo aver ripercorso la genesi della Rete Volontari Ipe, ha analizzato le ragioni per cui le ordinanze n.422 e n.10 hanno stravolto lo spirito originario con cui i tecnici si erano immediatamente mobilitati l’indomani del terremoto evidenziando una serie di limiti e storture introdotte dalla Fast e dalla possibilità di coinvolgere professionisti pagati direttamente dai privati, soprattutto in una fase come l’attuale in cui l’accertamento del danno si sovrappone agli interventi di ricostruzione.
Tra i correttivi proposti da Tamasi che potrebbero essere introdotti anche in questa fase emergenziale per sveltire il disbrigo delle verifiche di agibilità: il riconoscimento di IPE quale organizzazione di protezione civile, la possibilità di utilizzare squadre miste Aedes-Fast, l’introduzione di una diaria unica e l’istituzione di turni brevi di sopralluoghi anche nei week end.
L’intervento dell’Ing. Roberto Gregori ha messo in luce come l’esigenza di dare risposte veloci alle persone direttamente coinvolte dal terremoto impone di adottare ogni soluzione che permetta di aumentare la potenzialità del sistema Aedes e ha indicato percorsi possibili per aumentare la produttività per squadra e il numero delle squadre coinvolte nei sopralluoghi.
Sempre nell’ottica della velocizzazione del lavoro degli agibilitatori, la proposta illustrata dagli ingegneri Ivan Locatelli e Manuel Ravasio di realizzare un’app integrata con i sistemi informatici della Protezione Civile, EriKus e i geoportali locali e provinciali.
Questo permetterebbe di digitalizzare il processo di compilazione, invio, validazione e archiviazione in database centralizzato delle schede Aedes, usufruendo delle potenzialità offerte dalla geolocalizzazione anche nell’ottica della sicurezza dei professionisti stessi e del riconoscimento da parte delle forze dell’ordine impegnate nei territori oggetto di sopralluogo.
Il confronto si è acceso in seguito agli interventi dell’Architetto Alfiero Moretti in rappresentanza del Commissario per la Ricostruzione, del Prof. Mauro Dolce e dell’Arch. Filomena Papa del Dipartimento della Protezione Civile che, pur apprezzando e ringraziando per i suggerimenti ricevuti che saranno tenuti in debita considerazione, hanno spiegato come le ordinanze oggetto di critica si siano rese necessarie per abbreviare i tempi delle verifiche di agibilità in presenza di una situazione emergenziale reiterata e per certi versi anomala; attività che data la carenza di squadre sul campo avrebbe rischiato di allungarsi ben oltre i limiti di sopportazione delle popolazioni colpite dal sisma, rallentando la fase urgente della fornitura di sistemazioni abitative più o meno provvisorie.
Dopo aver concesso la parola ai presenti in sala, l’Ingegner Patrizia Angeli, Presidente nazionale di IPE ha ringraziato, non nascondendo una grande partecipazione emotiva, gli oltre 2400 ingegneri che si sono susseguiti nelle attività settimanali di verifica di agibilità. La stessa ha evidenziato come, nonostante le difficoltà iniziali di organizzare una tal mole di sopralluoghi, tutti i volontari abbiano reagito con grande professionalità e spirito di abnegazione.
Dopo alcune considerazioni dell’Ing. Ornella Sticchi sul volontariato tecnico, le conclusioni sono state affidate al vicepresidente del CNI Ing. Gianni Massa che ha tratto le fila degli interventi precedenti e ha auspicato che, nonostante alcune visioni divergenti con i rappresentanti delle istituzioni preposte alla gestione dell’emergenza e della ricostruzione, il rapporto di reciproca collaborazione continui con la medesima passione e l’idealismo di cui tutti hanno dato prova fino a oggi. L’ingegner Massa ha quindi ringraziato gli ingegneri volontari che si sono spesi nella gestione di questa delicata emergenza e la Protezione Civile, con la quale è stato costruito nel tempo il percorso che ha permesso a CNI/IPE di sedere ai tavoli decisionali.
Da parte del Consiglio Nazionale Ingegneri l’impegno, condiviso anche dalla Protezione Civile Nazionale, sarà quello di formare quanto prima un grande numero di agibilitatori così da poter rispondere con efficienza e in tempi brevi a potenziali e purtroppo prevedibili emergenze future.
Al termine dell’Assemblea gli ingegneri presenti hanno preso parte alla campagna di sopralluoghi Aedes/Fast con turni speciali, prevista fino al 21 febbraio.