Ancona - Ventitré consiglieri ed ex consiglieri regionali citati a giudizio dalla Procura regionale della Corte dei Conti delle Marche per un presunto danno erariale di 148 mila euro, nove sentenze e tre ordinanze di condanna a rifondere 70 mila euro per la gestione e rendicontazione irregolari dei rimborsi tra il 2010 e il 2012.
Questi i numeri delle cosiddette 'spese facili' secondo la giustizia contabile: convenuti e somme molto ridimensionati rispetto alle ipotesi di indagine iniziali.
In sede contabile la Corte dei Conti ha sostenuto la necessità di spiegare le attività svolte con i fondi del Consiglio per non lasciare un "ingiustificato spazio di insindacabilità". Ai consiglieri è infatti riconosciuto un "ampio margine discrezionale, che può essere sindacato soltanto se le scelte risultino del tutto irrazionali ed abnormi".
Tuttavia "è necessario che l'oggetto di tale libera scelta emerga in sede di rendiconto" per "verificare l'attinenza con le funzioni istituzionali, e non per operare una valutazione di merito".