Ascoli - Tirando le somme sull'anno 2016 non si può dire certo che non abbia rispettato il detto “anno bisesto, anno funesto”. Il terremoto da 24 agosto in poi ha tracciato un'immagine negativa, segnata dalla morte. Ecco perché a fine anno vogliamo segnalare un aspetto positivo che andiamo a pescare sul fronte della solidarietà per le zone colpite dal sisma.
All'inaugurazione del Centro Santo Stefano “Venerabile Marcucci”, in via dei Narcisi ad Ascoli Piceno. Enrico Brizioli, l'amministratore delegato del Santo Stefano, in quell'occasione ha detto una cosa a mio avviso molto lodevole, che incarna lo spirito dei marchigiani e la voglia di fare sinergia nel momento del bisogno.
“Noi con le nostre strutture in tutte le Marche somministriamo circa 2 mila pasti al giorno. - ha affermato Brizioli - Ora per salvare le zone colpite dal terremoto occorre mantenere vive le attività che si svolgono nell'entroterra: chi alleva bestiame, macellai, chi fa il pane e tutto il resto della filiera alimentare. Dobbiamo mantenere vivo il lavoro anche se le persone sono in questo momento sfollate sulla costa adriatica. Dobbiamo farlo finché la gente non tornerà in quei luoghi. Per questo motivo abbiamo pensato di derogare per il momento dai nostri attuali fornitori alimentari e chiedere a tutte queste attività di fornirci prodotti di qualità della filiera alimentare per i pasti dei nostri assistiti: qualità e solidarietà”.
E' il giusto spirito per mantenere in vita le aree interne finché non arrivano le “casette” in legno.
E' il miglior augurio, quello basato sulla concretezza, che si possa fare a tutti i nostri lettori delle Marche.