Ascoli - McDonald’s Italia vuole dare un
sostegno di 250 mila euro al Comune di Arquata del Tronto, colpito
dal terremoto, per la costruzione di nuovo centro sportivo per
bambini e ragazzi sito nel comune del Piceno.
E'
un'intenzione ammirevole e da parte nostra non può che esserci il
plauso. C'è però un fatto che McDonald’s probabilmente non ha
valutato: questa azione danneggerà l'economia e l'immagine di un
intero territorio, il Piceno, che sull'oliva tenera e sulla Dop ha
puntato per avere un brand di qualità nel mondo.
L'oliva all'Ascolana che McDonald’s servirà nei suoi ristoranti è assolutamente distante dallo sforzo che questo territorio sta compiendo per affiancarsi ad esempio a Parma con il suo prosciutto, portando nel mondo un prodotto di qualità.
Coloro che assaggeranno quell'oliva all'Ascolana non sapranno che stanno mangiando un prodotto assai diverso da quella originale: è sufficiente fare un confronto a tavola.
Con questo discorso non vogliamo neppure danneggiare una produzione industriale che certamente rispetterà tutti i requisiti di legge, ma di certo, per ovvie ragioni, non potrà mai essere assimilata per qualità alle produzioni di molte aziende artigianali del Piceno.
C'è dunque una legge di causa-effetto che vorremmo non producesse danni quando invece l'intenzione è delle più lodevoli.
A McDonald’s suggeriamo di prelevare quell'euro dai suoi normali prodotti ed evolverli per Arquata del Tronto.
Alla SIA, azienda della famiglia Speca di Offida, attiva dagli anni ’70, che oggi conta 45 dipendenti, realtà importante che ha creato occupazione e per questo lodevole, chiediamo di sostenere il territorio compiendo uno sforzo per produrre olive all'Ascolana che si avvicinino di più allo standard artigianale partecipando così ad un percorso di qualità che il Piceno vuole trasmettere con questa tipicità.
Chi ha deciso di produrre industrialmente l'oliva all'Ascolana ha una responsabilità etica decisamente cruciale. I numeri del loro prodotto possono avere una funzione bifronte: possono non innescare l'interesse per l'oliva all'Ascolana in coloro che non l'hanno mai assaggiata, oppure attirarli a quel consumo con uno standard superiore anche se di produzione industriale.
Crediamo sia ora di fare questa riflessione. Perché quei numeri possono poi attrarre il consumatore evoluto verso la Dop.
Le tecnologie industriali sono così evolute che probabilmente, investendo qualcosa in più, si può riuscire ad ottenere questi risultati. E siamo convinti del fatto che la SIA abbia pensato con questa proposta alla solidarietà. Se il “dado” non è ancora tratto la riflessione che suggeriamo potrebbe essere costruttiva.