Terremoto per Legacoop Marche a rischio 300 posti di lavoro

Terremoto per Legacoop Marche a rischio 300 posti di lavoro

Alleruzzo: 'Stiamo agendo per realizzare le migliori condizioni per le nuove comunità che verranno: radicate nel territorio e aperte al mondo'

Ancona - A rischio almeno 300 posti di lavoro. Da una prima stima fatta da Legacoop Marche fra le imprese aderenti, emerge che i settori più colpiti dal secondo terremoto, che interessa l’area dal 26 ottobre, sono quelli del sociale e della produzione lavoro delle cooperative che operano nel maceratese.


Lo spopolamento del territorio ha causato l’interruzione dei servizi erogati per conto delle amministrazioni pubbliche, servizi domiciliari, nelle case di riposo e per la pulizia delle scuole. Bloccata anche le attività di una cooperativa agro-forestale che fornisce servizi forestali nel Parco nazionale dei Monti Sibillini.


“L’occupazione di questa zona delle Marche è fortemente a rischio – dice il presidente di Legacoop Marche, Gianfranco Alleruzzo -, ma stiamo verificando la situazione anche nelle altre province, specie in quella di Ascoli Piceno. Per le cooperative che hanno dovuto interrompere il lavoro chiediamo subito l’applicazione di ammortizzatori sociali per i dipendenti interessati, l’unico strumento in grado di poter dare sollievo in questo momento di blocco forzato”.


Al momento non si segnalano danni di rilievo agli immobili e alle strutture produttive delle cooperative ma il monitoraggio è ancora in corso. “Sono giorni terribili, che sembrano non avere mai fine – aggiunge Alleruzzo -, la terra continua a tremare e quella che fino pochi giorni fa era una tragedia, si è trasformata in una catastrofe. Legacoop Marche è impegnata al fianco dei cittadini colpiti nei loro affetti e averi. Ed è vicina anche ai tanti cooperatori e cooperatrici marchigiane che stanno soffrendo. Ora è il momento dell'emergenza e la cooperazione sta offrendo il suo aiuto concreto, stiamo assistendo con sgomento all'esodo di migliaia di persone che, nel giro di poche ore, sono state costrette a lasciare i loro paesi”.



A queste persone, dice ancora Alleruzzo, “facciamo una promessa: ci saremo anche oltre la ricostruzione. Perché nella ricostruzione è indispensabile investire nelle realtà locali, che dovranno prendere vita su nuove basi relazionali, sociali ed economiche. Una ricostruzione che dovrà essere un mix di partecipazione attiva dei cittadini, di impegno delle realtà locali e delle istituzioni e di risorse economiche, ma anche umane e culturali non solo nazionali.


Per questo stiamo agendo per realizzare le migliori condizioni per le nuove comunità che verranno: radicate nel territorio e aperte al mondo. La ricostruzione ha bisogno di progetti che rendano attrattive le nuove comunità che nasceranno a seguito del sisma.


Progetti che abbinino sviluppo economico, turismo, nuove forme di socialità e solidarietà, crescita culturale e valorizzazione del patrimonio locale. Progetti che invertano la deriva allo spopolamento che questi territori hanno conosciuto in questi anni. Legacoop c'è e ci sarà offrendo il suo contributo per superare assieme la grande catastrofe che ci ha colpito”.


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