Terremoto, i danni per le case agibili non saranno risarciti

Terremoto, i danni per le case agibili non saranno risarciti

Il prof. Tondi, geologo e sindaco, dice che come sindaci spingeranno per rimuovere questa situazione, poi fa il punto scientifico sulla situazione sismica

Ascoli - Il Decreto Terremoto riserva una sorpresa che sta scaldando gli animi. Quello che alcuni sospettavano ora è palese: se si ha un'abitazione agibile, anche di fronte ad ingenti danni procurati dal sisma non si ha diritto al risarcimento e questo vale per tutti, per chi ha abitazioni agibili (categoria A nella scheda AeDES) nel cratere sismico e per chi è fuori. Ascoli Piceno è in questa situazione, così come pure tanti altri comuni.


Sta montando un dibattito politico trasversale, meno evidente nel Pd per ovvie ragioni, ma ad essere scontenti in camera caritatis lo sono molti esponenti del territorio regionale. Il presidente Luca Ceriscioli, come vice commissario alla Ricostruzione ha tra le mani una bella patata bollente. Per comprendere meglio due facce della stessa medaglia, il cratere sismico con le sue implicazioni burocratiche nel Decreto Terremoto e la parte scientifica legata alla situazione sismica della nostra area, ne abbiamo parlato con il prof. Emanuele Tondi che, oltre essere geologo e docente presso Unicam alla Scuola di Scienze e Tecnologie, è anche sindaco di Camporotondo di Fiastrone.


Vediamo intanto in base a quali criteri è stato definito il cratere.



E' stato delimitato in base all'accelerazione del sisma a terra, secondo i grafici dell'Ingv?


In generale il cratere viene definito con in base a criteri macrosismici, cioè in base ai danni che i centri abitati hanno subìto - spiega il prof. Tondi – Questa volta è stato fatto sia sulla base dei danni subìti si è tenuto conto del progetto Aree Interne (Strategia nazionale per lo sviluppo delle Aree Interne) quindi con una strategia comune che abbia lo stesso obiettivo nell'Appennino, quindi sono entrati Comuni che magari non hanno subìto danni dal terremoto. Sono stati presi anche in considerazione dati di microzonazione sismica, che erano già stati fatti, quindi Comuni che avevano una amplificazione locale piuttosto critica, che oggi magari non hanno danni ma che in futuro potrebbero averne. Questo è un fatto positivo perché si parla di fare prevenzione.


Ora però il problema che è apparso è quello del mancato risarcimento danni per edifici con danni ma agibili


Questo è un problema che stiamo facendo presente anche come sindaci alle varie istituzioni, in primis a quelle regionali, ma anche al Commissario Errani, perché non è accettabile. Lasciare le case danneggiate anche se agibili peggiora il patrimonio edilizio del nostro territorio. Inoltre, a mio avviso, non prendere in considerazione gli edifici inagibili prima del terremoto che erano rimaste ferme dal terremoto del 1997, anche questo non aiuta. Palando con l'assessore regionale mi è stato detto che è vero, che anche loro sono d'accordo su questi elementi e che quindi si sta cercando di vedere se nell'attuazione del decreto si riesce anche ad inserire almeno un'agevolazione spinta per chi sistema i danni del terremoto. Perché ad esempio in molti comuni, come nel mio, non sono molti gli edifici inagibili, mentre sono molte le case danneggiate (8 edifici inagibili e 110 danneggiate).Venerdì abbiamo una riunione di sindaci ad Ancona e li faremo sentire veramente questa esigenza.


Lei è ancora convinto, come disse nel 2009, che ad Ascoli Piceno non ci sarà mai un terremoto come quello di L'Aquila?


I terremoti gradi vengono generati da faglie grandi. Le faglie importanti stanno in Appennino centrale. Quindi la più vicina è proprio quella del Vettore. Se poi uno va a guardare i terremoti che hanno interessato la città di Ascoli Piceno c'è quello del 1943 che ha avuto origine nella zona esterna tra Offida e Castignano. Siamo però nell'ordine del sesto-settimo grado Mercalli che non prevedono crolli di edifici come quelli che stavano ad Amatrice o a Pescara del Tronto.


E questo lungo sciame sismico, ci sono differenze tra i terremoti in Emilia Romagna e a L'Aquila?


Ogni sciame ha le sue caratteristiche, perché ogni volta che si attiva una faglia tutta la zona intorno a questa struttura viene destabilizzata e in Emilia Romagna ad esempio ci sono stati altri terremoti di magnitudo anche simile lungo la direzione della faglia. Anche a L'Aquila ci sono stati due “main shock”(scosse principali, ndr), uno al nord uno al sud. Nel 1997 abbiamo visto più terremoti importanti con magnitudo tra il 5-6 che si sono verificati. In questo caso c'è stato un terremoto molto improvviso, senza preavviso, poi c'è stato un terremoto più verso Norcia di magnitudo 5.4 e per ora sembra che la situazione si stia localizzando su quella struttura li e la frequenza sismica sta scemando in termini di frequenza e magnitudo. Però come più volte abbiamo detto altre faglie importanti ci sono nella zona, quindi se queste si riattivano ora o fra dieci anni o fra vent'anni questo non è possibile dirlo.



Una delle notizie che circolano intorno al terremoto è quella per la quale il monte Vettore si sarebbe abbassato …


Allora, in corrispondenza di una faglia c'è uno spostamento delle masse rocciose. Per la tipologia di faglie presenti in Appennino un blocco si abbassa e un blocco si solleva, quindi il moto è reciproco. Quindi la zona di Castelluccio e di Amatrice si è abbassata di circa 15 – 20 centimetri rispetto al Vettore. Ora il dato assoluto è da verificare con misurazioni geodetiche più accurate per verificare se, in assoluto, il Vettore si sia sollevato o abbassato.