Ascoli- Restart Srl aumenta il suo capitale sociale ad oltre 9 milioni di euro. A comunicarlo è Francesco Gaspari, presidente della società, affiancato dai membri del cda (consiglio d'amministrazione). La notizia però non è la somma, pur di tutto rispetto, quanto il fatto che ad entrare oggi “in campo” per il progetto “Ascoli21” è Francesco Bellini con la FB Holding che acquisisce l'11 per cento della società. Insieme al Patron dell'Ascoli Picchio arriva la “Julia Service srl”. I nuovi ingressi sono stati annunciati pubblicamente dall'avvocato Cristina Celani, per FB Holding, e Carmela Danese, ad della Julia Service srl.
“Il dottor Bellini – dice l'avvocato Cristina Celani – una volta presa contezza della missione di questo ambizioso progetto, ha deciso di condividere questa avventura piuttosto coraggiosa di questo gruppo di imprenditori prevalentemente locali, nel sostegno per il territorio, per Ascoli sia dal punto di vista ambientale, sia dal punto d vista occupazionale”.
L'arrivo di Francesco Bellini è un
segnale importante perché chi conosce l'imprenditore sa che valuta
bene le diversificazioni dal suo core business che è il settore
farmaceutico. Battista Faraotti, che
ha curato per mesi l'ingresso fornendo tutti i documenti del progetto
al suo socio calcistico, ringrazia il “Cavaliere” e
la sua famiglia per aver compiuto quello che definisce un altro “atto
d'amore per la città e
ha creduto come noi in questo progetto e questo fatto mi dà ancora
più entusiasmo e forza, perché in questo progetto
gli ostacoli sono tantissimi: ci sono quelli reali e quelli creati.
Noi non abbiamo
scheletri nell'armadio e quindi andiamo avanti con serenità.
Vorremo essere ricordati come chi, con atto di coraggio forte, ha
cercato di dare luce a questa città”.
Un
atto d'amore, come d'altro canto battista Faraotti ritiene di
aver fatto lui partecipando a questo progetto ambizioso destinato, a
nostro avviso, a cambiare le sorti di questo territorio.
Faraotti rimarca, insieme ad Alfredo Sperandio, le difficoltà di far aderire soci in un percorso burocratico così stucchevole. “Difficile convincere un investitore, magari interessato al progetto, - dice Faraotti - quando non si possono definire i tempi di realizzazione dello stesso. L'incertezza non è mai buon viatico per produrre economia”. “Della Valle sceglie di creare una fabbrica ad Arquata del Tronto per un segnale di rinascita dopo il terremoto ed è ammirevole - dice Sperandio – ma se trovasse un iter burocratico come per la riqualificazione della Carbon scapperebbe”. La provocazione c'è tutta, considerando gli anni trascorsi dall'inizio di questo progetto. Perché ora arriva il “nodo” Provincia sul tema ambientale. Speriamo che l'ente si comporti come Alessandro Magno con il “nodo di Gordio”.
Francesco Gaspari spiega che fra circa tre settimane ci sarà un incontro per definire la tempistica dopo la presentazione di uno screening di Via (Valutazione impatto ambientale) dove Restart ha raccolto tutte le informazioni e i passaggi sul tema ambientale (messa in sicurezza della vasca di prima pioggia etc.). Se questo screening verrà accolto tal quale, nell'arco di sei mesi, quindi nella primavera del 2017, si potrebbe arrivare a sottoscrivere l'accordo di programma sulla riqualificazione dell'ex Carbon e partirebbero i lavori di bonifica. E ricorda di come prima dei termini sia stata conclusa la bonifica dell'amianto.
Nel frattempo infatti il Piano regolatore generale del Comune è stato approvato e ha recepito la variante dell'ex area Carbon. Il Comune, tra l'altro, ha dato l'ok al piano operativo di bonifica in questa settimana. C'è fretta? Ormai la fretta è un termine anacronistico per Ascoli21. “Restart – dice Bruno Bucciarelli, mentore della società consortile iniziale – non ha variato un punto nell'arco di questo percorso sul progetto. Dimostrando la tenacia delle imprese ascolane.” E di risorse economiche per questa riqualificazione che, ricordano in Restart ha come primo punto il lavoro e la creazione di nuovi posti, occorrerà metterne in campo altre.
Saranno quindi riaperti i termini per altri aumenti di capitali. Con un accordo di programma sottoscritto, quindi con la certezza, il famoso scritto nero su bianco (un ritornello caro a Francesco Gaspari), non sarà difficile far entrare antri investitori che al momento sono soltanto alla finestra.
Ora se la politica, la burocrazia istituzionale non avessero lo stesso senso etico, come mostrano di fronte ad un terremoto, anche in questo caso di sisma occupazionale (sono 10 mila i disoccupati della provincia di Ascoli Piceno), sarebbero molte le domande e i dubbi da porre.
E la notizia che anche Restart ha presentato una manifestazione d'interesse per l'area di crisi industriale complessa con un progetto di ambito ambientale nella complessiva riqualificazione dell'ex Carbon, ci fa fare un confronto che dà, per chi non ne avesse tenuto conto finora, le dimensioni di Ascoli21 in termini di previsione occupazionale.
Confindustria Ascoli ritiene che con le progettualità per l'area di crisi complessa le imprese del Piceno creerebbero almeno 300 posti di lavoro.
A questo punto non resta che dire che le possibilità di un intera area di crisi sono racchiuse da tempo, dal 2010, nella riqualificazione dell'ex Carbon, perché se si andassero a spulciare le previsioni contenute in “Ascoli21” si troverebbero numeri occupazionali simili se non maggiori. Occasione perduta? Per colpa o disattenzione di chi?
Occorre rimboccarsi le maniche e abbandonare strumentalità. A questo punto, per il colmo, è stata quasi una “fortuna” che l'Unione Europea ci abbiamo sanzionato per la mancata bonifica dell'ex area chimica. Si è così materializzato il Commissario regionale Cesare Spuri che ha dato un'accelerazione alle “smunte” motivazioni di certi controlli pubblici.
Insomma abbiamo avuto per sei anni sotto gli occhi un'area con presupposti occupazionali di almeno 300 persone su una superficie di 25-27 ettari contro lo stesso numero (in previsione) di un'area di crisi complessa che solo per il territorio provinciale di Ascoli Piceno ha un'estensione pari a 122 mila e 800 ettari. Follia pura.
“E' a questo punto, proprio perché – dice Francesco Gaspari – il lavoro è stato da sempre il motore del nostro progetto, che entra in gioco il ruolo di Carmela Danese e la sua Julia Service srl”.
“Per carità, non paragonateci assolutamente come soggetto economico al Cavalier Bellini – dice Carmela Danese – Noi siamo stati attratti da questo progetto proprio perché c'è il lavoro al centro. Con la nostra società di occupiamo di formazione, siamo accreditati presso la Regione Marche dal 2013 per la Formazione Superiore e la Formazione Continua e dall'11 novembre 2014 per i servizi al lavoro. Offriamo anche consulenza orientativa e incrocio domanda/offerta relativamente al mercato del lavoro”.