Ascoli - Recuperati dai carabinieri 8 dei 10
notebook rubati nella scuola media “Nicola Amici”di Acquasanta
Terme. L'immobile scolastico, l'unico agibile dopo il terremoto del
24 agosto era stato inaugurato lo scorso 14 settembre.
I
militari hanno denunciato due persone. Aveva stigmatizzato questo
furto anche il presidente della Repubblica Mattarella, lo aveva
definito "un'offesa all'Italia", "tentativo odioso di
rubare il futuro ai ragazzi di quel Comune".
Nella notte fra il 27 e il 28 settembre
qualcuno era entrato negli uffici passando da una finestra lasciata
aperta, e aveva rubato i notebook.
Era stato il sindaco di
Acquasanta Terme a dare notizia del furto. Lo aveva definito ''Un
atto di sciacallaggio infame''.
I carabinieri di Ascoli Piceno fin dal primo momento avevano valutato tutte le possibili ipotesi investigative, attivando ogni utile contatto sul territorio, e riuscivano nelle prime 24 ore dal furto a localizzare un giovane pregiudicato 38 enne, manovale, di nazionalità albanese in regola con il permesso di soggiorno, domiciliato nella limitrofa provincia di Teramo ma abitualmente dimorante nella provincia di Ascoli Piceno, vallata del Tronto, che bloccato a bordo del proprio furgone Fiat Iveco nel Comune di Spinetoli (AP), a seguito di perquisizione veicolare, veniva trovato in possesso di uno dei dieci PC rubati ad Acquasanta Terme.
I militari dell'Arma, nelle prime ore di venerdì 30 settembre hanno anche individuato di un pregiudicato pregiudicato, 58 enne, di origine macedone, sempre gravitante nell’area dei Comuni della Vallata del Tronto e, fatta irruzione nella sua abitazione sita nella Frazione Stella di Monsampolo del Tronto (AP), dopo accurata perquisizione domiciliare rinvenivano ancora imballati altri 2 PC dello stock oggetto del furto a scuola.
I carabinieri, intuendo che il macedone potesse essere coinvolto in maniera più pregnante nella vicenda, hanno deciso di approfondire gli accertamenti sul soggetto, raccogliendo elementi tali da inchiodarlo alle sue responsabilità e convincerlo a consegnare nelle mani dei militari altri 5 PC che erano nella sua disponibilità.
I due pregiudicati sono ora indagati dall’Autorità Giudiziaria per il reato di “Ricettazione” .
Le indagini proseguono per delineare compiutamente le responsabilità di tutti i soggetti coinvolti nell’odioso episodio delinquenziale.