Il Crocifisso “salvato” dal terremoto sta li a guardare tanti che ha visto da vivi pregare in chiesa durante le funzioni religiose e ora sono muti all'interno delle bare dopo essere stati travolti dalle macerie.
I funerali solenni si celebrano dinanzi alle massime cariche dello Stato. Presenti 35 delle 50 vittime, la notizia della morte di un uomo di 77 anni, ricoverato a Perugia, arriva durante la cerimonia funebre.
"'E adesso, Signore, che si fa?' Quante volte, nel silenzio agitato delle mie notti di veglia e d'attesa, ho diretto a Dio la stessa domanda che mi sono sentito ripetere da voi in questi giorni - ha detto nell'omelia il vescovo Giovanni D'Ercole - Non abbiate paura di gridare la vostra sofferenza, ma non perdete coraggio, è il momento della speranza".
Il vescovo ha ricordato Giorgia e Giulia, le due sorelline, una sopravvissuta e l'altra morta che sono diventate tra i simboli del sisma: "La più grande Giulia purtroppo morta, ma ritrovata in una posizione protettiva su Giorgia - ha detto - che sembrava spaesata, con la bocca piena di macerie. Morte e vita erano abbracciate, ma ha vinto la vita: Giorgia”. La bimba ricoverata all'ospedale Mazzoni proprio oggi compie 4 anni e a lei il presidente Sergio Mattarella ha portato un dono: una bambola.
Il Presidente della Repubblica ha voluto visitare in forma privata tutti i 50 feriti ricoverati nell'ospedale ascolano dopo il terremoto.
“Il terremoto – ha detto ancora monsignor D'Ercole – è come un aratro, violento. L'aratro spacca la zolla ma da questo gesto rinasce la vita”.
Dopo il funerale tornano ad Arquata del Tronto, nei cimiteri delle frazioni di Pescara e Capodacqua, le salme delle vittime marchigiane del terremoto.
Dall'ospedale di Ascoli arriva Massimiliano Piermarini, ferito in ogni parte del corpo. Una mano completamente fasciata, i segni delle macerie sul volto e sulle gambe, aghi per le flebo ancora al braccio: "Come facciamo adesso senza Marisol?". E si mette accanto alla piccola bara bianca. Con Massimiliano si ferma a parlare il presidente Mattarella per esprimergli la vicinanza di tutti gli italiani.