Per oltre quarant’anni la Quintana è stata Giacinto
Federici e Giacinto Federici è stato la Quintana. Una simbiosi
pressoché perfetta. Un unicum rarissimo che tanto ha dato per le fortune
della manifestazione ascolana per eccellenza.
Ancor giovane sfilò come figurante per la Quintana nel
sestiere di Porta Solestà, poi dietro la scrivania, prima negli uffici
di piazzetta S. Gregorio e poi, più recentemente in quelli, ammirati, di
piazza Arringo, seppe farsi interprete e custode di quella ascolanità
vissuta e sentita che si riappropriava, forte, delle sue radici nella
cornice della Quintana.
Da S. Anna, dai colpi scuri, fino alla prima domenica di
agosto, la sua figura massiccia, con quel pizzetto sempre curato,
accompagnava tutti i momenti della Quintana.
Nei mesi scorsi la Quintana, nella sala della Vittoria,
ebbe ad accomiatarsi da lui. In sala, c’era la moglie Maria alla quale
Giacinto rivolse un affettuosissimo ringraziamento per avergli
perdonato, in tutti questi anni, l’unico, altro, grande, vero, amore
della sua vita: la Quintana.
La Quintana. Quanta strada hanno fatto insieme Giacinto e
la Quintana. Insieme per le Marche, l’Italia e l’Europa. Instancabile
organizzatore e tessitore di rapporti umani, Giacinto ha saputo far
crescere la Quintana, ricucendo tensioni e rotture diplomatiche,
reperendo fondi dagli sponsor; perché quegli squilli di chiarina, quel
rullio di tamburi, fosse ogni anno più bello.
Ora le parole cedono il passo alle emozioni. La sua
scomparsa è la scomparsa di uno dei figli più illustri di questa nostra
Ascoli. Di Giak, che fin dalla mia prima elezione era solito offrirmi
consigli rivelatisi di grande utilità, conservo gelosamente ricordi e
insegnamenti. Tra tutti, ne rammento uno che sintetizza
meravigliosamente il suo grande talento organizzativo: "Fai, fai fare,
non lasciar fare". Una regola d'oro per chiunque voglia assumersi
responsabilità collettive.
Ciao Giacinto, ti siamo profondamente grati.
Che gli angeli ti accompagnino, tra squilli di chiarina e rullii di tamburi e le bandiere si inchinino al tuo passaggio.
Ciao."