Fermo - I funerali di Emmanuel Chidi Nnamdi saranno celebrati alle 18 nel duomo di Fermo. E' prevista la presenza del presidente della Camera Laura Boldrini, del ministro Maria Elena Boschi e del vicepresidente del Parlamento europeo David Sassoli.
Il manifesto fa anche chiarezza su come va scritto il nome del 36enne, morto dopo una colluttazione con un ultrà di destra. "Lo ricordano con infinito amore - si legge ancora - la moglie Chinyere, gli amici del seminario, la Fondazione Caritas in veritate, le Piccole Sorelle Jesu Caritas, la comunità di Capodarco e quanti gli hanno voluto bene". Sulla bara di legno chiaro, oltre una foto sorridente di Emmanuel, una rosa bianca, una rosa rossa circondata di spighe ed un'orchidea, fiori portati dalle tante persone che sono venute a visitare la camera mortuaria.
Emmanuel Chidi Namdi sarebbe morto per una emorragia cerebrale provocata dal pugno di Amedeo Mancini, che gli ha fratturato la mascella, e non perché è caduto a terra battendo la testa sull'asfalto. Inoltre, secondo l'avv. Letizia Astorri, difensore della vedova, Chinyery, ''i colpi sono stati tali da far intendere che Mancini abbia deliberatamente colpito il ragazzo''. E ''la tipologia e l'entità delle lesioni riscontrate su tutto il corpo della vittima'' difficilmente possono supportare la tesi della legittima difesa da parte dell'ultrà. Se poi dovesse essere provato che il palo stradale è stato lanciato contro il nigeriano da Mancini, prenderebbe corpo l'ipotesi che l'uomo aveva ''l'intenzione di uccidere''.
L'avv. Francesco De Minicis è attestato sulla tesi della legittima difesa: Mancini avrebbe sì insultato la compagna di Emmanuel chiamandola ''scimmia africana'', ma poi si sarebbe limitato a reagire ai colpi del nigeriano, e della donna, sferrando al migrante un solo pugno tra la mandibola e il labbro inferiore, forte ma non fortissimo, tanto da lasciare la dentatura intatta.
Venerdì si era parlato di una linea di frattura al cranio, di un'abrasione al polso e un ematoma a un polpaccio, quadro compatibile con reati che vanno dalla legittima difesa all'omicidio preterintenzionale. Ieri però don Vinicio Albanesi, che con la Caritas in Veritate e le suore ospitava Emmanuel e la moglie, è il primo a dire che il migrante ''è stato ammazzato di botte'', perché ha ''osato ribellarsi alle offese'', spiegando che 'l'ematoma' alla gamba è in realtà una frattura dei legamenti.
Don Vinicio Albanesi oggi pomeriggio celebrerà i funerali di Emmanuel nel Duomo di Fermo, accanto all'arcivescovo mons. Luigi Conti.