Le Fiamme Gialle sequestrano un complesso edilizio di 20 milioni

Le Fiamme Gialle sequestrano un complesso edilizio di 20 milioni

Svuotate due società di capitali. La Procura di Fermo ha agito con ipotesi di bancarotta fraudolenta 


Fermo - I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ascoli Piceno hanno eseguito nei giorni scorsi in Cupra Marittima il sequestro di un complesso immobiliare residenziale del valore di oltre 20 milioni di euro in esecuzione di un provvedimento cautelare emesso dal G.I.P. del Tribunale di Fermo su richiesta della locale Procura della Repubblica.


Il provvedimento è scaturito all'esito di una complessa attività investigativa svolta dalle Fiamme Gialle del Gruppo di Fermo, unitamente all'aliquota della Sezione di P.G. della Guardia di Finanza fermana, sotto la direzione del Procuratore della Repubblica – Dott. Domenico Seccia, riguardante diverse ipotesi di reati fallimentare ascrivibili ad un noto imprenditore locale nei confronti del quale è stata anche emessa una misura interdittiva del divieto di esercitare imprese o uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese.


Le indagini hanno messo in luce a carico del principale indagato ipotesi di reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale, documentale e preferenziale evidenziando come, in qualità di amministratore, e attraverso alcune società dichiarate successivamente fallite, abbia dissipato e distratto patrimoni al momento quantificati per oltre 40 milioni di euro, in concorso con altri soggetti indagati in qualità di soci e amministratori di società coinvolte.


Le condotte hanno riguardato essenzialmente lo “svuotamento” di due società di capitali avvenuto mediante cessione del complesso immobiliare oggetto di sequestro ad altra società collegata costituita per la circostanza, mediante soggetti prestanome, ed il cui valore di trasferimento è stato dichiarato in poche decine di migliaia di euro ovvero mediante consistenti prelievi personali dai conti societari quantificati in alcuni milioni di euro poi dirottati a beneficio dello stesso indagato o verso altre società facenti a lui capo.


Le diverse condotte criminose sono state rese possibile anche in ragione della contabilità delle imprese tenuta in modo da non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio e degli atti gestionali, in quanto anche occultata o distrutta, per cui si è reso necessario da parte della magistraturae disporre decreti di perquisizione nei confronti degli indagati e per la cui esecuzione sono stati impegnati oltre 30 militari del Gruppo di Fermo nelle province di Ascoli Piceno, Macerata e Bergamo.


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