Lucidi manifesta disappunto per le dimissioni del prof. Seghetti dal 'Consorzio di Tutela dell'Oliva Dop del Piceno'

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Lucidi manifesta disappunto per le dimissioni del prof. Seghetti dal 'Consorzio di Tutela dell'Oliva Dop del Piceno'


Lettera aperta inviata alla stampa da Francesco Lucidi, Presidente onorario dell'associazione noprofit Vivalaliva:

"Gentile Direttore ,
sono Francesco Lucidi, Dottore Agronomo di Ascoli Piceno. Le scrivo per manifestare il mio disappunto che rasenta l’indignazione nel constatare come il comportamento di una certa categoria di operatori nel settore agro-alimentare sembra teso a che la DOP “Oliva Ascolana del Piceno” non diventi concretamente operativa.


Questa è la mia impressione nell'apprendere le vicende poco costruttive che in questi ultimi mesi hanno investito il Consorzio di Tutela di questo nostro nobile prodotto determinando le dimissioni da presidente del prof. Leonardo Seghetti persona competente e, a mia conoscenza, integra..

Per ben comprendere questa mia non celata preoccupazione è opportuno ricordare i fatti che hanno condotto al riconoscimento da parte dell’Unione Europea della opportunità e necessità di dare a questo prodotto piceno una protezione giuridica di taglia (Denominazione di Origine Protetta) perché lo sfruttamento della sua denominazione commerciale con prodotti di altra origine e qualità non potesse più essere praticato.

L’Oliva Ascolana è nota ed apprezzata da millenni per le sue caratteristiche organolettiche particolari. Sin dal 19° secolo la gastronomia locale ha creato con essa un prodotto di eccellenza noto come “oliva ripiena ascolana”.


Da qui si è sviluppato tutto un commercio di prodotti “olive ripiene all'ascolana” che in questi ultimi anni di “ascolano” hanno ben poco in quanto l’oliva di base, la cui produzione comporta un costo più elevato delle olive da tavola prodotte in altri paesi mediterranei di qualità organolettica diversa e costi sociali ben diversi dal nostro paese, non viene praticamente più utilizzata con conseguente scoraggiamento della produzione a livello agricolo. 



In un periodo di crisi come quello che si vive ormai da un paio di decenni alcuni produttori piceni, inizi anni 90, hanno affrontato il problema di un rilancio di questa coltura con la definizione di regole che ne precisassero le caratteristiche affinché nessuna confusione potesse esserci con altre produzioni similari. Questo per il prodotto agricolo e per i suoi prodotti trasformati, cioè olive ascolane in salamoia e olive ascolane farcite. Non sto qui ad approfondire quanto un rilancio di questa produzione sia importante per l’economia del territorio con tutte le sue implicazioni a livello agricolo, artigianale, industriale e commerciale.


 
Per una più ampia informazione in merito consiglio di consultare la pubblicazione “Una coltura bimillenaria, l’Oliva Ascolana” che l’amministrazione provinciale di Ascoli Piceno ha fatto effettuare al sottoscritto coadiuvato dall’ing. Luciano Speranza, fine anni 90. Su Internet la pubblicazione è reperibile sul sito omonimo “Una Coltura Bimillenaria”. 
L’ottenimento della “Denominazione di Origine Protetta Oliva Ascolana del Piceno” conclusosi nel 2005 ha implicato un lavoro certosino e tenace per circa dodici anni.


Durante questo periodo abbiamo speso molte energie solo per ridare al nostro territorio il diritto di rianimare una economia in decadenza e creare lavoro per le nuove generazioni, tanta opera deve dare i suoi frutti ed i cittadini piceni debbono essere informati di quanto sia importante la difesa di un prodotto qualificante di un territorio per il suo avvenire nel segno di una economia socialmente valida. L’avidità di un commercio speculativo non deve in alcun modo intralciare l’iter di ripresa di un settore economico vitale per il Piceno".