Mancati incassi per un milione di euro in danno di aziende
di trasporto pubblico. Sequestrati beni per oltre 500.000 euro.Ipotesi di reato per peculato e abuso
Ascoli - Il Nucleo di Polizia Tributaria di Ascoli Piceno ha concluso nei giorni scorsi una complessa indagine di polizia giudiziaria che ha riguardato gli ambiti della gestione amministrativa e contabile di due importanti società di trasporto pubblico di Ascoli Piceno e, in particolare, il servizio di biglietteria che, mediante convenzione, è stato affidato a due imprese, l'una di Ascoli Piceno e, l'altra, di San Benedetto del Tronto.
Gli approfondimenti investigativi hanno consentito di riscontrare ammanchi dalle casse delle due società di trasporto pubblico per oltre 1 milione di euro, in conseguenza dei quali sono state denunciate all'Autorità Giudiziaria 3 responsabili per le ipotesi di reato di Peculato, il quarantatreenne A. C., il cinquantanovenne G. C. e il sessantenne A. P., ex direttore generale della società pubblica di trasporto, quest’ultimo denunciato anche per il reato di "abuso d'ufficio".
Le indagini, avviate nel 2014 in seguito ad alcuni esposti presentati all'Autorità Giudiziaria, si sono concentrate sulla capillare ricostruzione dell'evoluzione delle posizioni debitorie delle predette agenzie, originate dall'affidamento del servizio di biglietteria in un arco temporale di oltre 10 anni (dal 2004 al 2014).
E' stato così accertato che gli indagati, titolari delle concessionarie, attraverso le loro agenzie ed in virtù di una specifica convenzione pubblica, pur riscuotendo regolarmente i corrispettivi di vendita dei biglietti e degli abbonamenti per il trasporto pubblico — sia urbano, sia extraurbano — non provvedevano poi a riversarli come dovuto nelle casse delle società pubbliche.
Un sistema illecito che è risultato agevolato anche dall'assenza di procedure di controllo interno in ordine alla gestione dei rapporti con le società affidatarie dei servizi di biglietteria di Ascoli Piceno e di San Benedetto del Tronto, connotato da una serie di omissioni a partire dalle informazioni dovute agli organi societari che, quando invece effettuate, venivano fornite con rassicurazioni sulle posizioni creditorie delle società pubbliche, al fine di celare o manipolare i sempre più rilevanti debiti delle agenzie concessionarie anche attraverso una artificiosa gestione delle registrazioni in contabilità, mediante l'adozione di specifici accorgimenti di natura contabile apprestati al solo fine di rendere difficoltosa e sempre meno intellegibile la reale situazione debitoria delle agenzie di vendita dei biglietti.
Sulla base della gravità delle circostanze cosi rilevate, le Fiamme Gialle hanno quindi dato corso all'esecuzione del Decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca, anche "per equivalente", emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Ascoli Piceno, su richiesta del Procuratore Capo della Repubblica di Ascoli Piceno, dr. Michele Renzo e del Sostituto Procuratore della Repubblica dr. Umberto Monti, a fronte di un profitto da reato quantificato in 250.000 euro per ciascuno dei tre indagati, in virtù del quale sono stati sottoposti a sequestro beni per un valore complessivo di oltre 500.000 euro, rappresentati da una villa, un immobile ad uso abitativo e un locale commerciale con relative pertinenze, tutti siti nella provincia di Ascoli Piceno, oltre a disponibilità finanziarie.
Per altro verso, le risultanze delle citate attività vengono
ora strumentalizzate al fine di accertare le connesse responsabilità per
"danno erariale". Significa che il fascicolo processuale sarà inviato alla Procura della Corte dei Conti per verificare eventuale responsabilità dei Cda di Start Spa che si sono succeduti nel tempo.
Un'attività concreta, quindi, che andrà ulteriormente a consolidare l'impegno della Guardia di Finanza dedicato al contrasto di ogni forma di illeciti in materia di spesa pubblica, un settore sempre di più stretta attualità ed importanza gestito nelle prerogative della polizia economica e finanziaria sovente in scenari investigativi complessi che, come quello in rassegna, attengono alle modalità di impiego e gestione delle risorse pubbliche distorte da casi di frode ed abusi e che incidono comunque, a qualsiasi titolo, direttamente o indirettamente, anche sul piano di un esercizio distorto di pubbliche funzioni