San Benedetto - La Polizia di Stato, al termine di una complessa attività di indagine finalizzata alla repressione dello spaccio di sostanze stupefacenti, ha tratto in arresto Savino Genovese di anni 22 e Vitale Ciardi di anni 28, campani di origine, ma sanbenedettesi di adozione.
I fatti risalgono alla mattina del 13 ottobre quando, alle prime ore dell’alba due autovetture, una Volkswagen Golf ed una Opel Astra, condotte da Ciardi e Genovese, dopo essersi incontrati nella cittadina rivierasca, partivano alla volta di Civitanova Marche.
Il viaggio era finalizzato all’acquisto di un cospicuo quantitativo di eroina. Le due autovetture viaggiavano a breve distanza l’una dall’altra. La prima con il chiaro intento di fare da staffetta alla seconda per intercettare le eventuali auto della polizia presenti sul territorio.
Tuttavia i due non si erano accorti di essere già pedinati da alcune autocivette della Squadra Mobile di Ascoli Piceno, diretta dal dr. Roberto Di Benedetto. Gli agenti della Mobile, insospettiti del comportamento delle due auto lungo il viaggio, avevano deciso di seguirle fino a Civitanova Marche.
Gli investigatori, con il supporto di altri operatori della Squadra Mobile di Macerata, effettuavano un appostamento presso il casello autostradale di Civitanova Marche. Erano convinti che Genovese e Ciardi, dopo aver acquistato lo stupefacente, sarebbero tornati in autostrada per fare rientro a San Benedetto del Tronto.
Dopo qualche minuto di appostamento, gli uomini delle Squadre Mobili vedevano effettivamente sopraggiungere la prima auto condotta da Ciardi seguita, sempre a breve distanza, dalla seconda condotta da Genovese.
Quest’ultimo, alla vista dei poliziotti, cercava di invertire il senso di marcia per darsi alla fuga, ma le autocivette della Mobile presenti sul posto hanno bloccato l’auto. Al suo interno sono stati trovati, occultati sotto il sedile passeggero, due involucri contenenti 2 chili e 100 grammi di eroina di purissima qualità.
Anche l’altra autovettura condotta da Ciardi veniva bloccata e controllata. Dentro c’erano due mazzette di banconote, incellofanate, per una somma complessiva di 11.360 euro.
E in seguito, la perquisizione domiciliare presso un casolare di Castorano (AP), nella disponibilità di entrambi, consentiva di rinvenire e sequestrare altri 400 gr. di eroina oltre che materiale atto al confezionamento e sostanze da taglio. In un appartamento di Porto d’Ascoli, venivano rinvenute e sequestrate sostanze da taglio. Per finire, in un altro appartamento di San Benedetto del Tronto, stavolta, veniva rinvenuta e sequestrata un'altra mazzetta di banconote, sempre incellofanate, dell’importo di 14.950 euro.
Dopo i riscontri delle perquisizioni, Ciardi Vitale e Genovese Savino venivano tratti in arresto per detenzione, ai fini di spaccio, di 2 chili e 600 grammi di eroina e di 26.340 euro in contanti, somma considerata provento dell’attività di spaccio delle sostanze stupefacenti. In considerazione del fatto che entrambi gli arrestati risultano senza stabile occupazione, sono state sequestrate anche le 2 autovetture usate per effettuare il viaggio. I due arrestati sono stati condotti presso la Casa Circondariale di Camerino a disposizione della Magistratura di Macerata.
L’operazione conclusa rientra nella più vasta iniziativa di rafforzamento del controllo del territorio operato attraverso un forte spiegamento di auto della polizia ed autocivette presenti, soprattutto negli orari serali e notturni, nelle province Ascolana e Fermana, voluti dal Questore Della Cioppa.
Tale strategia operativa, che vede una perfetta sinergia tra la parte preventiva e la parte repressiva, ha permesso, ancora un’altra volta, di concludere positivamente un’operazione antidroga. Lo stupefacente, se non sequestrato, sarebbe stato immesso sul ricco mercato rivierasco ed avrebbe fruttato circa 300.000 euro.
Anche in relazione alla giovane età degli arrestati, è probabile che l’eroina sarebbe stata riversata sul mercato dei giovani sanbenedettesi quale alternativa “economica” alla cocaina, con conseguenze devastanti sia per la giovane età delle vittime che per la intrinseca maggiore pericolosità dell’eroina.