S. Angelo in Vado - I due giovani albanesi, presunti assassini del 17enne Ismaele Lulli sono stati interrogati da diverse ore dai carabinieri nella caserma di S. Angelo in Vado. Poi la decisione del fermo di indiziato di reato per la morte del 17enne Ismaele Lulli, trovato con la gola tagliata in un boschetto. Sono un ventenne residente a Urbania e un diciannovenne residente a Sant'Angelo in Vado di origini albanesi.
I carabinieri hanno controllato i tabulati telefonici della vittima per risalire ai due fermati.
Di Ismaele, studente dell'istituto alberghiero di Piobbico, si erano perse le tracce da domenica pomeriggio, quando aveva inviato un sms ai familiari che diceva: "Cambio vita, vado a Milano, non mi cercate". A scriverlo potrebbero essere stati i suoi presunti assassini per ritardare le ricerche.
Per gli inquirenti il fatto che abbiano agito più persone si desumerebbe dai segni di trascinamento del corpo. Ismaele è stato ucciso accanto a una croce in ferro e poi gettato giù per un dirupo. Per compiere questa operazione dovevano essere almeno in due visto che Ismaele era magro ma era alto un metro e ottanta.
Il movente? Potrebbe trattarsi di uno sgarro per questioni di ragazze o debiti non pagati per piccolo spaccio di droga. In ogni caso si tratterebbe di un chiarimento finito in tragedia, se non addirittura a un omicidio premeditato.
La vittima diciassettenne presenta sul corpo diverse tracce di nastro adesivo per pacchi, come se avessero tentato di legarlo.
Oppure è stato legato e poi il caldo di questi giorni ha fatto gonfiare il corpo e i legacci sono saltati. Un delitto feroce: chi lo ha sgozzato lo ha fatto con violenza, tanto che Ismaele è stato quasi decapitato.
Sul corpo altri tagli e escoriazioni, ma sarà l'autopsia, fissata per questo pomeriggio nell'ospedale di Torrette ad Ancona, a stabilire se si tratti di ferite da trascinamento o riportate durante la caduta nel dirupo, oppure di coltellate inferte post mortem. I carabinieri escludono altri scenari, tipo messe nere, simulazioni di atti terroristici o un gioco finito male.
Immagini di Alessandro Ercoli