Ascoli - Aumentano di 8 i corsi universitari attivati. Sono 22 compresi i master. Costanti i corsi di laurea visti gli obblighi ministeriali. Gli immatricolati crescono di 50 unità. Diminuiscono gli studenti fuori corso, e si tratta di un dato positivo rispetto alle valutazioni del Ministero.
«E' ormai leggenda metropolitana – dice il prof. Gianluca Gregori – che l'università nel Piceno sia più facile. Non è una passeggiata, lo possono testimoniare gli iscritti ad Economia nel Piceno. Il 20 per cento degli iscritti ha ottenuto un voto superiore ai 90/100 all’esame di stato delle superiori. E il 25 per cento degli studenti che arrivano da fuori dice di aver scelto il Piceno per la qualità dei corsi di laurea». Poi la considerazione sul territorio e sulla Fondazione Carisap che è assente da questo tema nel filmato che segue.
I risultati che derivano dal
monitoraggio realizzato con il Consorzio Universitario Piceno offrono
una duplice percezione: mentre in modo diffuso tra la gente
l'università nel Piceno non viene percepita come un fattore
importante per la crescita della comunità, da parte delle imprese e
delle istituzioni invece si comprende la crucialità della sua
presenza.
C'è una realtà fatta di cifre, di soldi che è legata
alle minori spese sulle spalle delle famiglie dei 1.054 studenti che
risiedono in provincia e un introito, che corrisponde a milioni di
euro, prodotto dai 1.238 studenti che arrivano da altre province e
regioni d'Italia (spendono tra 5 e 6 mila euro l’anno che si
traducono in 6 o 8 milioni di euro all'anno.
Così a fronte di
una situazione di crisi strutturale del Piceno sembra quasi che
questi milioni di euro non finiscano nelle attività cittadine.
«Anche se gli enti come Comune e Provincia vogliono sostenere il sistema universitario – dice il presidente del Cup Achille Buonfigli – tuttavia per legge non potrebbero farlo e quindi noi stiamo cercando risorse fuori.
Avremmo la capacità di
attrarre studenti stranieri, potremmo infatti stringere rapporti con
altre università all'estero sull'esempio di quella del New Hampshire
che ha un corso ad Ascoli Piceno, ma dovremmo necessariamente creare
un accoglienza favorevole, un'attrattività per questi studenti che
creerebbero nuova economia.
E siamo invece alla prese con risorse
da ricercare per terminare la parte dello studentato al vecchio
ospedale Mazzoni (polo universitario) per il quale occorreranno circa
6 milioni di euro. Perché il sistema universitario piceno possa
avere fondamenta salde sarebbe necessaria una somma di 20 milioni di
euro.
Ma non ci stiamo piangendo addosso, stiamo solo facendo la
riflessione che mentre in altre parti d'Italia le Fondazioni
concorrono a sostenere un sistema culturale che fa la differenza dei
territorio e del Paese nella competizione internazionale, noi
costringiamo alla fuga i nostri cervelli».