Documento unanime per l'emergenza maltempo
Ascoli - L'emergenza maltempo, il riordino
delle funzioni della Provincia e il nuovo statuto dell'Ente sono state al
centro della Conferenza Provinciale delle Autonomie svoltasi oggi a palazzo San
Filippo e convocata dal Presidente Paolo D'Erasmo per mobilitare i sindaci del
Piceno attraverso questo organismo che garantisce il coordinamento e la
partecipazione degli Enti su tematiche di comune interesse.
Il Presidente D'Erasmo ha aperto
la Conferenza chiedendo al Consigliere Sergio Corradetti di riferire circa il
percorso istituzionale di approvazione del nuovo statuto provinciale che ha
detto il Consigliere "si intende
condividere il più possibile con il territorio e per questo verrà anche seguito
da un tavolo tecnico di concertazione con i Comuni".
Successivamente, su proposta del
Presidente della Provincia, i sindaci e gli amministratori presenti all'unanimità
hanno sottoscritto un documento unitario per segnalare al Presidente del
Consiglio dei Ministri, al Dipartimento di Protezione Civile, ai Ministeri
delle Infrastrutture e dei Trasporti, dell'Economia e delle Finanze e
dell'Interno, al Prefetto e al Presidente della Regione, lo stato di pericolo
per la pubblica incolumità provocato dall'emergenza maltempo nel territorio
piceno.
Un vero e proprio grido d'allarme da parte degli amministratori che
hanno inteso così rappresentare all'unisono l'enorme stato di disagio in cui
versa il territorio che, a partire da novembre 2013, è stato ripetutamente colpito
negli anni da eventi piovosi, nevosi e mareggiate, aventi la natura di vere e
proprie calamità naturali, che hanno inferto ogni volta ferite profonde alle
infrastrutture, determinando una situazione generale di grave dissesto
idrogeologico con il risultato di strade invase dal fango, parzialmente o
completamente franate senza contare i danni agli argini dei corsi d'acqua, che
destano allarme anche per l'accumulo di piante e detriti in prossimità dei
ponti, con potenziale pericolo per la loro stabilità.
In particolare il nostro territorio
è stato colpito, nei giorni 4-5-6 marzo 2015, da eventi calamitosi (piogge
alluvionali, precipitazioni nevose, forti venti e mareggiate) che hanno
provocato gravi danni alla rete viaria provinciale e comunale, forti fenomeni
erosivi sul litorale, danni anche al patrimonio pubblico, alle strutture ed
agli impianti produttivi agricoli, industriali e turistici. A cui si aggiungono
le gravi difficoltà per i servizi pubblici essenziali come trasporti di linea e
scuolabus e di problemi per assicurare la funzionalità e la sicurezza di
sottoservizi, come fognature, condotte idriche, metanodotti, linee elettriche,
telefoniche e fibra ottica, coinvolti nei dissesti delle strade.
Nel documento approvato da
Provincia e Comuni si legge che "le
piogge del 4-5-6 marzo hanno aggravato la vulnerabilità del territorio e
determinato una situazione fuori controllo della viabilità per cui sia a
livello provinciale che comunale, non si è più in grado di garantirne la
sicurezza". Pertanto gli amministratori chiedano dunque "che venga riconosciuto lo stato di emergenza
per le piogge del 4-5-6 Marzo u.s. prevedendo l’erogazione del totale degli
importi richiesti dalla Provincia e dai Comuni del Piceno".
"Dalle ricognizione richiesta ai Comuni abbiamo quantificato danni complessivi
per circa 28 milioni di euro - ha sottolineato il presidente D'Erasmo
- di cui ben 12 milioni e 245 mila euro a
carico della sola Provincia. Per questo abbiamo voluto segnalare attraverso un
documento formale la gravissima situazione in cui versa il territorio
provinciale e lo stesso farà anche la Provincia di Fermo con un'azione
congiunta di sensibilizzazione dei vari livelli istituzionali per dare più
incisività ed efficacia alle istanze di rispettivi territori".
Nella segnalazione sottoscritta da sindaci e Provincia si evidenzia che "in difetto del riconoscimento dello stato di emergenza e dell'erogazione delle risorse finanziarie per far fronte agli ingenti danni subiti " gli amministratori "si vedranno costretti, nei casi di accertato pericolo per la sicurezza dei mezzi e delle persone, a vietare il transito sulla rete viaria di rispettiva competenza, con evidente limitazione delle libertà individuali e ripercussioni sul sistema economico-produttivo e di trasporto pubblico e privato".