L'impresa non ha pagato 1 euro ma si è intestata il terreno

L'impresa non ha pagato 1 euro ma si è intestata il terreno

Le imprese non hanno pagato e dunque l'Agenzia delle Entrate vuole ben 120.000 euro da mia madre e dalle sorelle d'imposta, quali venditrici obbligate “in solido”, come se la vendita si fosse perfezionata in modo definitivo e come se avessimo incassato qualcosa.

Ascoli - Queto che leggete di seguito è il testo della lettera aperta che Giovanni Viviani ha scritto "Al sindaco di Ascoli Guido Castelli, al presidente della Provincia Paolo D'Erasmo e al presidente del Tribunale di Ascoli Piceno Fulvio Uccella chiedo per mia madre la stessa giusta sensibilità e attenzione riservata all'Ascoli Calcio".

"Sono titolare di un piccolo ristorante nel centro di Ascoli; ho lavorato come operaio per anni e quando ho perso il lavoro mi sono rimboccato le maniche e con enormi sacrifici ho cambiato lavoro e ho aperto il ristorante/osteria. Pur nelle difficoltà, pensavo di affrontare un periodo tranquillo, ma la vita della mia famiglia e soprattutto della mia anziana madre, è stata stravolta da una vicenda assurda.

Mia madre insieme alle sorelle ha ereditato da mio nonno (che era coltivatore diretto) un terreno vicino al Cimitero di Ascoli Piceno in zona Monterocco. L'impresa Grillo di Ascoli Piceno propose di acquistare il nostro terreno, e anche quelli dei confinanti, per costruirci case popolari, ma la decisione venne rinviata molte volte e la vicenda si è trascinata per alcuni anni.
Poi all'improvviso mia madre fu convocata dall'impresa Grillo per andare dal notaio il giorno successivo a fare un preliminare, con la precisazione che l'atto definitivo sarebbe stato stipulato in altra data. Mia madre, che ha la licenza elementare come le sorelle ed è casalinga, si presentò persino senza documento d'identità proprio perchè sapeva che non sarebbe stato stipulato l'atto di vendita. Tornò a casa serena dicendo soltanto che di lì a qualche mese si sarebbe fatta la vendita.
Nessun acconto venne dato dall'impresa Grillo. Era l'11 marzo 2013. Nei mesi successivi l'Impresa Grillo convinse in buona fede mia madre e le sue sorelle a pazientare; trascorse un anno con rassicurazioni e solleciti all'impresa senza risposta.
Il 4 settembre 2014 apprendemmo dalla stampa che, senza averci avvisato, l'impresa Grillo aveva presentato in Tribunale domanda di Concordato Preventivo con prenotazione, cioè chiedendo 4 mesi di tempo per fare la proposta ai creditori e così bloccando ogni nostra azione.
Ma, al termine dei 4 mesi l'impresa non ha presentato nessuna proposta di Concordato e ha addirittura rinunciato alla stessa e ha chiesto di essere dichiarata fallita, cosa che è avvenuta a febbraio 2015.

A settembre 2014 abbiamo incaricato un avvocato e abbiamo scoperto che pur avendo mantenuto mia madre e le mie zie il possesso del terreno e non avendo percepito neppure un euro di acconto, alla Conservatoria dei Registri Immobiliari il terreno risulta già intestato all'impresa Grillo.
Questo perchè il 31 luglio 2013 l'impresa ha pattuito con il Comune di Ascoli Piceno e con la Provincia di Ascoli Piceno la costruzione di case popolari sui nostri terreni, evitando però di verificare chi fosse il proprietario del terreno, sia nel momento in cui hanno stipulato la convenzione e anche nei mesi precedenti. Infatti, il Comune e la Provincia dal 2012 avevano avviato la procedura di “Accordo di Programma” proposto da due imprese, Grillo srl e Gaspari Gabriele.
Ma, incredibilmente gli Enti avevano deliberato tutte le autorizzazioni in favore delle due imprese, senza i proprietari dell'area. Inoltre, la Convenzione stipulata dal Comune e dalla Provincia con le imprese Grillo e Gaspari ha comportato l'intervento dell'Agenzia delle Entrate per incassare l'imposta di registro.
Naturalmente tutte le imposte e le spese erano pattuite a carico delle imprese acquirenti.
Però, le imprese non hanno pagato e dunque l'Agenzia delle Entrate vuole riscuotere da mia madre e dalle sorelle l'imposta, quali venditrici obbligate “in solido”, come se la vendita si fosse perfezionata in modo definitivo e come se avessimo incassato qualcosa. L'imposta che viene richiesta è di ben 120.000 euro . Ecco da dove nasce la nostra disperazione.

I nostri redditi sono bassi. Io e gli altri figli delle sorelle Spinucci viviamo lavorando duramente.
Questa vicenda sta rovinando la salute dei miei genitori e sta mettendo a rischio le nostre economie familiari. Comincio a pensare che aver ereditato un terreno che mio nonno coltivava con amore sia una condanna, per pene che non abbiamo commesso.
Noi non siamo speculatori edilizi. Mia madre e le sue sorelle volevano solo vendere il terreno ad una impresa che si era fatta avanti e le nostre famiglie hanno dato fiducia in piena buona fede, forse per troppo tempo, a chi invece ci ha frodato.

Chiedo al Sindaco e al Presidente della Provincia di non rovinare le nostre famiglie, smettendo di appoggiare la frode che l'impresa Grillo ha portato avanti.
Il Tribunale Fallimentare di Ascoli Piceno e il Sindaco Guido Castelli in occasione del Fallimento dell'Ascoli Calcio meritoriamente, e sottolineo meritoriamente, dimostrarono sensibilità ed attenzione a valutare le conseguenze negative che avrebbe avuto non completare il Campionato, sebbene le parti contrapposte non avessero certo problemi economici.
Chiedo altrettanta attenzione, sensibilità e studio del caso di mia madre per consentirci di giocare il campionato della nostra vita
."