Ascoli - Crediamo sia profondamente rispettoso
delle famiglie dei piloti dei due Tornado scontratisi nel cielo di
Ascoli Piceno dire che difficilmente si troveranno superstiti. In
ogni caso proseguono le ricerche per recuperare gli altri due corpi.
Oggi il pm Umberto Monti della Procura picena ha affidato al prof.
Adriano Tagliabracci e alla sua equipe (Università Politecnica delle
Marche) l'estrazione del Dna dai resti dei due corpi carbonizzati
recuperati nell'area del disastro aereo.
Si occuperanno degli esami
autoptici i medici legali Sabina Canestrari e Pietro Alessandrini.
“Sarà un lavoro molto celere – ha detto il prof. Tagliabracci –
quello dell'estrazione del Dna per fare un confronto e dare così ai
familiari dei piloti risposte certe circa l'identificazione”.
In
mattinata i Vigili del fuoco hanno recuperato la scatola nera di uno
dei due Tornado esplosi in volo dopo lo scontro avvenuto tra Tronzano
e Casamurana. E' stata trovata proprio al di sotto di un crinale in
località Casamurana.
I vigili si sono dovuti calare con un
verricello per recuperare il “cervello” del Tornado dal quale
estrarre le informazioni necessarie a comprendere cosa sia accaduto
in quella frazione di secondi che ha preceduto l'impatto tra i due
caccia bombardieri.
Sul posto c'erano il maggiore dei carabinieri
Luigi Delle Grazie e il dirigente della squadra Mobile Roberto Di
Benedetto che hanno le deleghe di polizia giudiziaria da parte della
Procura ascolana competente dell'inchiesta aperta per disastro aereo
colposo. Ora la scatola nera del Tornado è presso il 235°
Reggimento Piceno a disposizione della magistratura. E la Procura
nominerà di certo un suo perito per la “lettura” della memoria
del Tornado. Nel frattempo sono in fase di acquisizione dei piani di
volo storici dei Tornado perché il pm Umberto Monti vuole fare un
confronto con il piano di volo effettuato dai Tornado in questa
tragica vicenda.
Il magistrato ha chiesto anche uno storico delle
precedenti esercitazioni dei piloti protagonisti di questa vicenda.
La base di partenza dell'inchiesta punta sulle testimonianze dirette,
quelle oculari, e dai riscontri che si otterranno dalle scatole nere
e dai tracciati dei radar che pure saranno acquisiti. Lo studio che
risulterà da tutti questi elementi serviranno a chiarire se, come
pare più probabile al momento, alla base dello scontro aereo ci sia
stato un errore umano.
Nel “fascicolo” aperto presso la Procura
c'è già una relazione dell'Aeronautica Militare che sta
collaborando con gli inquirenti. Al momento le testimonianze
ritenute attendibili dagli inquirenti non supererebbero la decina.
Alcuni testimoni che ci hanno raccontato la dinamica di questo
disastro aereo.
Riferiscono il volo a bassa quota di uno dei Tornado
che passava sotto la frazione Piagge (Ascoli Piceno) proveniente
dalla valle del Tronto. Nello stesso tempo un altro testimone
riferisce di aver visto nella zona di S. Onofrio (Teramo in Abruzzo)
un altro Tornado che volava come il primo a bassa quota, tanto che ha
pensato fosse in avaria.
Chi da Piagge ha visto il Tornado passare lo
ha anche seguito con lo sguardo fino al momento dello scontro tra i
due caccia stabilendo che uno dei due aerei arrivava dalla zona del
Monte Piselli (potrebbe essere quindi quello visto a S. Onofrio) e si
sarebbe scontrato con quello che arrivava dalla valle del Tronto
nella porzione di cielo tra Tronzano e Casamurana.
Ora occorrerà stabilire se i due
Tornado fossero già in esercitazione e in quel momento navigassero
“a vista”, simulando un inseguimento di guerra, oppure se
seguissero le aviovie per raggiungere la zona di esercitazione in
Umbria. Un fatto è certo: uno dei due velivoli è passato così a
bassa quota sul mare di Grottammare che, come è stato detto, si
vedeva la testa del pilota.
E' questo il fatto che ci preoccupa
maggiormente. Perché debbono passare a bassa quota sui centri
abitati? E' questa la sicurezza di volo della quale parla il ministro
della Difesa Roberta Pinotti?
Una delle verifiche che si stanno effettuando è quella sull'unico segnale radio che indicava l'espulsione dall'abitacolo di uno solo dei quattro seggiolini dei piloti. Questo segnale viene emesso quando il pilota ha deciso di lanciarsi dall'aereo perché colpito dal nemico o per avaria del velivolo. Secondo gli inquirenti questo segnale radio potrebbe essere stato emesso soltanto a causa del forte impatto tra i due Tornado.
Ultimo elemento in questione, e non meno importante, è il fattore inquinamento. C'è un'area di circa 50 ettari attualmente inquinata oltre che dai frammenti dei due aerei esplosi, anche dal propellente caduto sul terreno che ha causato ben cinque fronti d'incendio in una zona che si stava appena riprendendo, dal punto di vista naturalistico, da un vasto incendio subito alcuni anni fa.
In questa zona l'acqua non è potabile, non si possono consumare i prodotti agricoli che qui nascono.