Ascoli21, il progetto di
riqualificazione dell'ex area
Sgl Carbon messo in campo da
Restart Srl, ora esce dalle secche. Venerdì mattino dalle
12,30, per circa un'ora e mezza, una nutrita delegazione ascolana si
è incontrata con
Loredana Musmeci, direttore del dipartimento
“Ambiente e connessa prevenzione primaria” dell'
Istituto
Superiore della Sanità.
Per il comune di Ascoli Piceno c'era
l'assessore
Luigi Lattanzi con due dirigenti del servizio
Ambiente, la dottoressa
Lucia Weldon in rappresentanza
dell'
Arpam, un tecnico del dipartimento di Prevenzione
dell'Areavasta 5,
Franco Gaspari,
Battista Faraotti,
Alfredo Sperandio ed
Emidio Albanesi per Restart Srl
(con i propri tecnici).
Tempo addietro l'Istituto Superiore
della sanità aveva emanato un parere richiesto dall'Arpam di Ascoli
Piceno. Su quella base si erano tenute due conferenze dei servizi che
però non avevano sciolto i dubbi tra tesi del proprietario
dell'area, Restart, e gli elementi di valutazione della
contaminazione ambientale emersa nel parere dell'Iss (Istituto
superiore di sanità).
Il tema del contendere era se si dovesse
applicare o meno il metodo della
lisciviazione
(Estrazione solido-liquido) del quale parlava l'Istituto superiore
della sanità nel suo parere. La lisciviazione è un metodo per
verificare la concentrazione degli
Ipa (idrocarburi
policiclici aromatici che sono sostanze cancerogene).
Quindi il
dibattito che si è aperto era se fosse necessaria o meno questo
esame. L'incontro di Roma con la dottoressa Loredana Musmeci è
servito a chiarire come si deve operare per attuare la bonifica del
sito ascolano inquinato da ipa.
La
soluzione che descriviamo in estrema sintesi è questa. La
lisciviazione occorrerà farla soltanto in base alla zonizzazione e
quindi a seconda delle strutture o opere che debbono essere
realizzate in quel preciso punto dell'ex area Carbon.
Un esempio può
essere quindi quello dell'edificazione di un asilo dove i bimbi
giochino anche all'aperto. Rischiamo comunque di essere molto
generici senza volerlo essere perché non siamo dei chimici. Ma
questa è la sintesi dell'Istituto superiore della Sanità.
Un
risultato che elimina un rilevante peso economico dai costi di
bonifica previsti da Restart Srl fin dal 2011, epoca nel quale la
società presentò il proprio progetto di bonifica elaborato da
docenti dell'Università politecnica delle Marche. Un piano che
prevedeva un costo di 40 milioni di euro e che, secondo Franco
Gaspari, presidente di Restart Srl, avrebbe restituito agli ascolani
27 ettari di terreno con valori ambientali pari a quelli dell'acqua
potabile.
A
questo punto immaginiamo ci sarà una velocizzazione del piano di
riqualificazione ambientale per produrre nel territorio provinciale e
regionale le possibilità di creare nuovo sviluppo, creazione di
posti di lavoro, che già con la bonifica si potranno avere.
Non
entriamo nell'annoso problema della eccessiva cubatura edilizia,
problema per il quale siamo convinti che, come afferma un adagio
convalidato dall'esperienza e quindi dalla saggezza dei popoli, il
tempo cura ogni male.