Un inusuale annuncio a pagamento viene pubblicato da un
importante quotidiano nazionale. L’iniziativa ha del clamoroso, poiché i
committenti dell’avviso sono quattrocento militari della Guardia di
finanza che hanno presentato un ricorso alla Corte europea di Strasburgo
contro lo Stato italiano.
La battaglia giudiziaria davanti
alla Corte per i diritti dell’uomo trova origine dai fatti accaduti nel
luglio 2011, in Val di Susa, allorquando rimasero feriti Finanzieri,
Poliziotti e Carabinieri, impegnati in ordine pubblico. Per tali scontri
dal 2012 è in corso a Torino un processo penale a carico di alcuni
manifestanti.
Il 31 maggio 2013 il Tribunale del
capoluogo sabaudo decise che il Cobar della Guardia di finanza,
l’organismo che rappresenta per legge gli interessi delle Fiamme Gialle
piemontesi, non poteva costituirsi parte civile in quel processo, a
tutela della dignità dei Finanzieri, mentre ammise i sindacati di
polizia.
I giudici non accolsero l’istanza dei
rappresentanti dei Finanzieri perché agli stessi "non può attribuirsi la
natura di associazioni sindacali", in quanto la legge italiana assegna
loro solo il compito di formulare pareri interni, quindi "una
rappresentanza del personale che resta rigorosamente circoscritta
all'interno dell'istituzione"; ed, ancora, secondo il Tribunale di
Torino, il legislatore per “scelta politica", ha inteso "limitare la
libertà sindacale dei militari”, impedendo loro di dar vita a formazioni
aventi soggettività distinta.
Ancora una volta quindi fu
deciso che esistono lavoratori in divisa di serie A (i Poliziotti) e
lavoratori in divisa di serie B (i Finanzieri), anche se le botte che si
prendono sono le stesse.
L’esito ha creato un tale
sconcerto ed amarezza tra le Fiamme Gialle che quattrocento Finanzieri,
molti dei quali rappresentanti del personale e tutti i delegati del
Consiglio Centrale di Rappresentanza, hanno deciso di non assecondare
tale decisione ma di proporre ricorso alla Corte europea di Strasburgo,
per violazione al diritto di associazione ed al diritto di difendere
giudiziariamente le proprie ragioni.
I Finanzieri, che
sono patrocinati dall’avvocato Andrea Saccucci, professore di Diritto
internazionale nella Seconda Università di Napoli, hanno denunciato a
Strasburgo la violazione del diritto alla libertà di associazione
sindacale, perché il divieto assoluto, imposto dalla legislazione
attualmente vigente, di costituire (o aderirare ad) associazioni
professionali a carattere sindacale costituisce una restrizione
all'esercizio di tale diritto da parte di tutti gli appartenenti al
corpo della Guardia di Finanza, la quale non risponde ad alcuna finalità
di interesse generale e non tiene in alcun modo conto delle peculiari
funzioni di polizia svolte dalle Fiamme Gialle nell'ordinamento
italiano.
Tale divieto, inoltre, determina una disparità di trattamento,
priva di qualsivoglia giustificazione oggettiva e ragionevole, rispetto
ad altri funzionari dello Stato (si pensi, in particolare, alla Polizia
di Stato), ai quali viene riconosciuta ampia libertà sindacale.
I
ricorrenti hanno, infine, invocato la violazione del diritto di accesso
ad un giudice in relazione all'impossibilità per i rappresentanti
piemontesi della Guardia di Finanza di costituirsi parte civile nel
procedimento dinanzi al Tribunale di Torino a tutela degli interessi dei
colleghi feriti in occasione degli scontri in Val di Susa.
Non
contenti dell’eccezionale iniziativa giudiziaria contro lo Stato
italiano, i quattrocento Finanzieri hanno anche deciso di renderla
pubblica con l’annuncio a pagamento di cui si diceva all’inizio, al fine
di sensibilizzare sulla mancanza di tutele per le Fiamme Gialle sia
l’opinione pubblica che la classe politica.
E’, infatti, in corso
alla Camera dei Deputati l’esame delle modifiche alle normative in
materia di rappresentanza dei militari.
Dai lavori svolti sinora pare
che la maggioranza parlamentare sia orientata ad approvare delle norme
che non tengono affatto in considerazione la richiesta di
associazionismo professionale che i Finanzieri avanzano da molti anni.
L’iniziativa
giudiziaria e mediatica ha quindi lo scopo di indirizzare in tal senso i
lavori parlamentari, evitando che si ripeta l’errore di applicare al
personale della polizia economica finanziaria le leggi previste per le
Forze Armate.