SPINELLI Clelia, di anni 45, abitante a Martinsicuro;
SPINELLI Filomena Manuela, di anni 29, residente ad Alba Adriatica;
DI ROCCO Rita, di anni 48, residente ad Alba Adriatica;
SPINELLI Dora, di anni 39, residente ad Alba Adriatica.
Le prime tre sono destinatarie
di misura cautelare in carcere, alla quarta è stato dato l'obbligo di dimora nel
comune di Alba Adriatica. Le donne sono state
individuate quali responsabili di numerosi furti in appartamento
commessi a Rieti negli scorsi mesi di marzo ed aprile, soprattutto in
danno di anziani.
Lo scorso mese di aprile,
il personale della Squadra Mobile di Rieti fermava in città e
sottoponeva a controllo DI ROCCO Rita e SPINELLI Filomena Manuela.
Quest’ultima, nell’occasione, forniva, peraltro, false
generalità, in quanto sottoposta alla misura cautelare dell’obbligo
di dimora nel comune di Alba Adriatica.
Le donne, che viaggiavano
a bordo di un’utilitaria dotata di un vano ricavato ad hoc per
occultare la refurtiva, venivano trovate anche in possesso di oggetti
da scasso. Ulteriori indagini, coordinate dalla Procura della
Repubblica di Rieti, consentivano agli investigatori di accertare che
quel giorno, le pregiudicate, si trovavano in compagnia delle altre
due donne: SPINELLI Dora e SPINELLI Clelia, con le quali avevano
portato a termine un furto nel centro reatino e ne avevano tentati
altri due.
L’attività
investigativa consentiva di individuare un vero e proprio sodalizio
criminale specializzato alla commissione di reati della stessa specie
in tutto il centro Italia. Il modus operandi del gruppo
criminale consisteva nel contattare anziani soli, presentandosi loro
come venditrici ambulanti, rappresentanti di uffici pubblici, come
INPS ed ASL, associazioni di volontariato, come la CARITAS, o
addirittura persone conosciute come amiche anche di parenti o di
badanti.
Le stesse,
particolarmente abili nel circuire i malcapitati, suonavano ai
citofoni delle abitazioni o richiamavano l’attenzione di anziani
affacciati dai balconi, inventando delle storie che gli permettevano
di farsi aprire le porte conquistando la fiducia dei malcapitati.
Una volta entrate nelle
abitazioni, le donne fingevano un malore chiedendo alle vittime un
bicchiere d’acqua in modo da potersi accomodare in cucina,
lasciando però socchiusa la porta di ingresso dell’appartamento.
In pochi minuti, le
complici si introducevano, così, in casa “perquisendo” le
stanze, soprattutto le camere da letto, ed impossessandosi del denaro
e degli oggetti di valore custoditi dagli anziani, in alcuni casi
anche per un ammontare di decine di migliaia di euro.
Le misure cautelari nei
confronti delle donne arrestate, che sono state associate presso la
Casa Circondariale di Teramo, sono state disposte per il grave
rischio di reiterazione di tali reati, nonché per la gravità della
condotta tenuta, aggravata dall’aver agito contro persone anziane
ed indifese.
Sono in corso ulteriori
accertamenti volti a verificare eventuali responsabilità delle
quattro donne anche su episodi avvenuti nella provincia teramana.