Caso Straccia, la Procura generale riapre l'inchiesta

Caso Straccia, la Procura generale riapre l'inchiesta

Il punto su cui batte la famiglia Straccia è che dall’analisi dei tabulati telefonici sarebbe stato possibile verificare gli spostamenti delle persone che conoscevano Roberto e non solo il giorno della scomparsa ma anche precedentemente.

L’Aquila – Che fine hanno fatto i tabulati dei cellulari di proprietà di Roberto Straccia? Come mai due persone (di cui uno dei conoscenti di Roberto) hanno provato più di una volta a entrare nel suo profilo facebook 5 giorni prima del ritrovamento del suo cadavere? Perché una delle persone che nel periodo della scomparsa del ragazzo di Moresco era sottoposta ad intercettazione dalla procura si trovava nei pressi di Bari Palese il 22 dicembre 2011, luogo nel quale 15 giorni dopo è stato ritrovato il corpo senza vita di Roberto?
Sono questi, ma anche altri, gli interrogativi alla base della nuova iniziativa legale intrapresa dalla famiglia STRACCIA che si è aperta con una querela presentata alla Procura Generale di L’Aquila il 23 aprile 2014 nei confronti dei Carabinieri di Pescara che hanno svolto le indagini nel 2011, querela che si basa su una attenta lettura dei documenti delle procure di Bari e di Pescara.La famiglia, infatti, lamenta l’inquinamento delle prove ed omissione di atti di ufficio.
In primo luogo sono scomparsi i tabulati relativi alle intercettazioni telefoniche a suo tempo disposte dalla Procura e che dovrebbero essere conservati agli atti, ma di essi nessuna traccia. La scomparsa dei tabulati è stata confermata dalla stessa Procura e dai Carabinieri di Pescara con nota scritta.
Il punto su cui batte la famiglia Straccia è che dall’analisi dei tabulati telefonici sarebbe stato possibile verificare gli spostamenti delle persone che conoscevano Roberto e non solo il giorno della scomparsa ma anche precedentemente.
Nella denuncia, inoltre, si è rilevata la compiuta violazione della legge 48/2008 che regola le perquisizioni informatiche. La conferma viene proprio dal consulente che ha redatto la perizia informatica, il quale riferisce di essere stato autorizzato a saltare le operazioni preliminari dagli stessi carabinieri, pur avendo fatto presente che ciò avrebbe comportato la possibile alterazione dei files.
Oltre a ciò ben due perizie – quella disposta dalla Procura di Pescara e quella disposta dalla Procura di Bari – accertano tre tentativi di accesso abusivo sul profilo facebook di Roberto STRACCIA 5 giorni prima del ritrovamento del corpo e nonostante si sia risaliti alle persone che hanno tentato di accedere, non solo non si chiesto conto del perche di questo accesso, ma come è possibile che non si è nemmeno provveduto a perseguire il reato?
Altro particolare inquietante è l’esistenza di un sms contenuto in un brogliaccio delle intercettazioni del 22 dicembre 2011, dove una utenza viene intercettata mentre aggancia la cella di BARI PALESE, ossia il luogo esatto dove Roberto verrà ritrovato qualche giorno più tardi privo di vita. Come è possibile che un sms con un contenuto molto allarmistico captato nello stesso punto dove è stato trovato il corpo - non venga nemmeno valutato, né venga convocata la persona proprietaria dell’utenza cellulare?
A tutti questi interrogativi la famiglia di Roberto non ha avuto risposta né nel 2011 né ora quando ha chiesto i tabulati telefonici. L’unica risposta che è stata data è la conferma che non ci sono.



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