L'Operazione "Turn Over" ha disarticolato spaccio di droga internazionale

L'Operazione "Turn Over" ha disarticolato spaccio di droga internazionale

Il gruppo nigeriano gestiva un importante traffico di stupefacente destinato a varie regioni: Umbria, Lazio, Marche, Campania, Toscana, Emilia Romagna, Veneto, Piemonte. Gli indagati sono 51, 37 le ordinanze di custodi in carcere.

Ascoli -  L’operazione Turn Over ha consentito di disarticolare una organizzazione transnazionale gestita, direttamente dalla Nigeria, da cittadini di quello Stato, che aveva importanti ramificazioni in vari Paesi del mondo tra cui l’Italia.
In particolare, il gruppo gestiva un importante traffico di stupefacente destinato a varie regioni Italiane (Umbria, Lazio, Marche, Campania, Toscana, Emilia Romagna, Veneto, Piemonte), i cui referenti risiedevano, rispettivamente, a Perugia, Milano, Roma, Caserta, Bologna, Firenze, Reggio Emilia, Modena e Padova.

L’indagine, avviata dalla Squadra Mobile di Perugia, ha visto il decisivo coinvolgimento sin dalle battute iniziali sia del Servizio Centrale Operativo (SCO) della Polizia di Stato, che ha direttamente partecipato a tutte la varie fasi della stessa, con il coordinamento della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (DCSA), sia, a livello locale della Squadra Mobile Ascolana.
I riscontri alle numerosissime telefonate intercettate sono stati consistenti, avendo gli investigatori seguito in tempo reale numerosi viaggi, con altrettanti arresti, dei corrieri che trasportavano in corpo anche 100 ovuli a volta.
Genesi dell’indagine

Le indagini prendevano spunto da ipotesi investigative secondo cui i principali gruppi criminali composti da magrebini attivi sul territorio di Perugia nel c.d. spaccio di piazza, si rifornivano di eroina e cocaina anche e soprattutto da cittadini di nazionalità nigeriana, tradizionalmente presenti in questa provincia.

La formulata ipotesi investigativa prendeva immediatamente corpo, risultando sussistente, nel nostro territorio, la presenza di un vero e proprio sodalizio criminale composto esclusivamente da cittadini nigeriani impegnati nell’importazione, detenzione e successiva cessione di “droghe pesanti”.

Il prosieguo dell’indagine: le intercettazioni

Veniva pertanto avviata, coordinata dalla locale DDA, una attività di intercettazione telefonica che consentiva di enucleare, in primis, i soggetti impegnati nello spaccio locale all’ingrosso, tutti rigorosamente nigeriani.
Emergevano immediatamente ramificati collegamenti con connazionali presenti nelle più importanti città d’Italia, punti di riferimento dell’importazione e della successiva cessione dello stupefacente nelle rispettive province; gli stessi mantenevano frequenti contatti con numerosi connazionali domiciliati all’estero ed in altre province italiane: con i primi interloquivano circa tempi e modi per l’invio di carichi di stupefacente attraverso l’utilizzo dei cosiddetti “corrieri/ovulatori”, mentre con i secondi prendevano contatti per la collocazione dello stupefacente su tutto il territorio nazionale.

Il prosieguo dell’indagine consentiva di ricostruire la fitta rete di soggetti presenti in molte importanti città ove l’organizzazione poteva fruire dei referenti per lo smercio, si ricorda, sempre all’ingrosso, dello stupefacente importato: Torino, Padova, Modena, Reggio Emilia, Bologna, Firenze, Perugia, Roma, Napoli e Caserta.

L’organizzazione, peraltro, non trovava limite all’interno dei confini nazionali, annoverando partecipi in vari Paesi europei, quali Inghilterra, Spagna, Irlanda e Olanda,

L’indagine ha consentito anche di appurare le zone di provenienza dello stupefacente, Camerun, Uganda, Burundi e Togo, e di pervenire all’arresto di numerosi corrieri ovulatori, provenienti per l’appunto da quei Paesi, con il conseguente sequestro di circa 8 kg. di eroina e cocaina.
Esistono infine risconti del fatto che il sodalizio, che ha comunque i propri riferimenti apicali in Nigeria, patria di tutti i sodali, dislocati un po’ in tutto il pianeta, ha contatti anche con paesi del Sudamerica, quali Brasile, Venezuela ed Equador e dell’Asia, quali Pakistan ed Afghanistan.

Il prosieguo dell’indagine: i riscontri

Nel corso delle indagini, veniva eseguita la necessaria attività sul territorio, che riscontrava pienamente il contenuto delle numerose conversazioni intercettate e permetteva di operare i seguenti sequestri di EROINA e COCAINA:

  1. il 3 novembre 2012, veniva arrestata in Perugia CHRISTOPHER Bose, trovata in possesso di 25 grammi di cocaina ricevuta, a Roma, da ANIOKE Jonathan e destinata al mercato di Perugia

  1. il 20 novembre 2012, veniva arrestato a Padova, EZENWAIGBO Onyeka Fred, per detenzione di 210 grammi di cocaina, ricevuta, a Roma, da ANIOKE Jonathan e destinata al mercato di Padova;

  1. il 4 marzo 2013, veniva arrestato a Roma, ELAD ENOCK Eric, per detenzione di 1.070 grammi di eroina, suddivisa in 90 ovuli, proveniente dal Camerun e destinata al mercato nazionale;

  1. il 18 marzo 2013, veniva arrestato a Roma, ABDELEGAN Julius, per detenzione di 770 grammi di eroina, suddivisa in 49 ovuli, proveniente dall’Uganda e destinata al mercato nazionale;

  1. il 22 marzo 2013, veniva arrestata a Roma, ABU Joy, per detenzione di 1.350 grammi di eroina, suddivisa in 82 ovuli, proveniente dall’Uganda e destinata al mercato nazionale;

  1. il 1 aprile 2013, veniva arrestato a Roma, ONYENEKE Chukwunyere Johnson, per detenzione di 1.000 grammi di eroina, suddivisa in 70 ovuli, proveniente dal Burundi e destinata al mercato nazionale;

  1. il 7 aprile 2013, veniva arrestato a Roma, UDEH Augustine, per detenzione di 900 grammi di eroina, suddivisa in 46 ovuli, proveniente dal Burundi e destinata al mercato nazionale;

  1. il 28 aprile 2013, veniva arrestata a Roma, OBUH Blessing, per detenzione di 1.130 grammi di eroina, suddivisa in 69 ovuli, proveniente dal Togo e destinata al mercato nazionale;

  1. il 28 aprile 2013, veniva arrestato a Roma, CHIDIEBERE Charles Adamemiun, per detenzione di 1.540 grammi di eroina, suddivisa in 81 ovuli, proveniente dall’Uganda e destinata al mercato nazionale;

  1. il 27 luglio 2013, la Squadra Mobile Ascolana arrestava a San Benedetto del Tronto, UGBOAJA Amobi Kalu, per detenzione di 10 grammi di cocaina, destinata al mercato di Ascoli Piceno.

Il prosieguo dell’indagine, il territorio nazionale…

L’attività di indagine ha consentito di delineare un quadro probatorio chiaro e concordante sulle ramificazioni che l’organizzazione investigata ha su tutto il territorio nazionale.Sono stati dimostrati, infatti, collegamenti tra soggetti nigeriani stanziali in molte importante città (tutti in possesso di carte o permessi di soggiorno per motivi di lavoro), impegnati stabilmente nell’organizzazione e gestione di una rete di spaccio all’ingrosso nelle province ove gli stessi avevano da tempo trovato dimora e stabilito legami criminali.

La droga smistata dall’organizzazione nelle varie città, proveniva, come visto, dai Paesi dell’Africa sub sahariana.

Le città coinvolte nell’operazione sono, oltre ovviamente a Perugia:

Roma, Milano, Torino, Padova, Vicenza, Modena, Reggio Emilia, Ascoli Piceno, Firenze, Frosinone, Napoli, Caserta.

i profili internazionali

Per quanto attiene ai profili internazionali, il servizio di intercettazione dava modo di rilevare contatti con soggetti nigeriani dislocati in quasi tutti i continenti quali Africa, Asia, Sudamerica ed Europa.

In particolare, sono emersi contatti con soggetti stanziali, oltre che in Africa (Nigeria, Uganda, Burundi, Kenya, Sudafrica, Tanzania e Togo), anche in Brasile, India, Pakistan, Tahilandia e Giappone.

Per quanto attiene all’Europa, sono stati monitorati contatti in Germania, Inghilterra, Irlanda, Olanda, Polonia e Spagna.

L’organizzazione prevedeva una distribuzione gerarchica dei compiti tra promotori, organizzatori e corrieri, imposta anche tramite il potere di assoggettamento, esercitato ricorrendo ai noti riti voodoo, tipici delle consorterie malavitose nigeriane.

Infine, nel corso dell’indagine è emerso che i vertici del sodalizio, attraverso contatti diretti con alcuni rappresentanti dei principali “cartelli della droga” sudamericani, avevano avviato trattative finalizzate all’acquisto di enormi quantitativi di cocaina, che avrebbe dovuto esser importata attraverso container e collocata sul mercato nel giro di poche settimane.

Il reimpiego del denaro

Ulteriore elemento evidenziatosi, durante le intercettazioni, è la parallela attività di riciclaggio delle somme di denaro derivanti dalla vendita dello stupefacente ai soggetti intermediari, somme inviate all’estero (Nigeria) attraverso le modalità di trasferimento “Money Transfer” e/o con accredito bancario, quasi tutte effettuate attraverso generalità di persone insospettabili ed in regola con i documenti di soggiorno, all’uopo utilizzate come “teste di legno”.

Il denaro trasferito in Nigeria è stato in buona parte reinvestito per il pagamento delle forniture e l’acquisto di nuove partite di droga, per il pagamento dei corrieri internazionali e per l’acquisto di beni immobili.

I reati contestati

Sono stati contestati i reati previsti e puniti:

  • dall’art. 73 e 74 D.P.R. 309/1990 (Testo Unico Stupefacenti): associazione per delinquere finalizzata alla importazione, trasporto, raffinazione e commercio di stupefacente del tipo cocaina, ed eroina;

- importantissimo sottolineare come il GIP, aderendo alle esposte ricostruzioni investigative, abbia ritenuto sussistente l’aggravante della c.d. “transnazionalità” degli ascritti delitti.

Il risultato finale dell’attività

Al termine delle risultanze investigative, il Pm della Dda Manuela Comodi , chiedeva ed otteneva dal GIP presso il Tribunale di Perugia, Lidia Brutti, 37 ordinanze di custodia cautelare in carcere.
L’attività, coordinata dal Servizio Centrale Operativo, ha visto l’impiego e la decisiva collaborazione delle Squadre Mobili delle sedi ove le catture sono state eseguite.
Gli indagati complessivi sono 51.

Da notare, infine, come gli organi investigativi abbiano continuato a constatare, per gran parte degli indagati, la prosecuzione nelle attività delittuose, come dimostrano tutte le recenti attività sul territorio che hanno, di fatto, “attualizzato” le risultanze delle investigazioni condotte fino ad oggi.Nella mattinata odierna, la Squadra Mobile Ascolana, in esecuzione della predetta ordinanza, ha tratto in arresto FLORUNSHO ABIOLA, Nigeriano di anni 32 abitante a Cupra Marittima, regolare sul T.N.



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