Ascoli
palcoscenico di coloro che sono diventati esempi nel lavoro e che attraverso la
loro esperienza possono dare dei preziosi consigli per far ripartire
l’occupazione in Italia. Il riferimento è al XXIV Convegno Nazionale dei
Maestri del Lavoro, che ha aperto i battenti oggi venerdì 9 aprile presso il
teatro Ventidio Basso e che proseguirà sino a domenica 11 aprile sempre nella
città delle 100 torri.
L’evento, che per questa edizione recita “Italiani di
ieri per gli Italiani di domani, esperienze e speranze”, è organizzato dalla
Federazione Maestri del Lavoro d’Italia, e ha l’Alto Patronato del Presidente
della Repubblica.
Inoltre ha il patrocinio della Regione Marche, del Consiglio
Regionale delle Marche, della Provincia e del Comune di Ascoli Piceno e della
Città di fermo.
All’importante appuntamento hanno partecipato il sindaco di
Ascoli Piceno Guido Castelli, il presidente della Provincia di Ascoli Piceno
Piero Celani, il presidente della Federazione Maestri del lavoro Amilcare
Brugni, l’assessore regionale al Lavoro Marco Luchetti, il presidente del
Consiglio della Regione Marche Vittoriano Solazzi, il console regionale Iridio
Mazzucchelli, il console interprovinciale Alberto Amici, il segretario generale
della UIL Luigi Angeletti, il presidente della Provincia di Fermo Fabrizio
Cesetti, il presidente della Banca dell’Adriatico Giandomenico Di Sante, il
presidente di Confindustria Ascoli Piceno Bruno Bucciarelli, il vice presidente
nazionale CNA Giorgio Aguzzi, il presidente della Cassa di Risparmio di Fossano
Giuseppe Ghisolfi e il Magnifico Rettore dell’Università di Camerino Flavio
Corradini.
“Siamo molto
soddisfatti che per un evento così importante sia stata scelta la città di
Ascoli – dichiara il primo cittadino Guido Castelli – stiamo vivendo un momento
di grave crisi economica, ma la risposta alla recessione la può trarre solo
l’uomo.
Ci troviamo ad una questione antropologica. In tale occasione voglio
citare Publio Ventidio Basso, ascolano al quale è stato intitolato il nostro
splendido teatro e che fu umiliato da Pompeo Strabone quando Roma sconfisse
Ascoli. Quel ragazzo studiò, intraprese la carriera militare, diventò pretore,
tribuno e generale romano. Ecco consiglio ai tanti maestri del lavoro qui
presenti di prendere come esempio la vita di Publio Ventidio Basso come valido
motivo da diffondere alle giovani generazioni”.