Ci
apprestiamo a celebrare l’anniversario Festa della Liberazione e la
nostra città lo farà con due appuntamenti che sono diventati
tradizione: la visita organizzata per i nostri studenti al campo di
concentramento di Mauthausen per conoscere uno dei luoghi del dolore
che hanno distrutto milioni di vite e segnato indelebilmente l’Europa
e la pubblica manifestazione concepita per richiamare alla memoria
collettiva le vicende che portarono alla fine dell’occupazione
nazista e dell’oppressione fascista.
Abbiamo
chiamato questa cerimonia semplicemente “Liberi!”. E’ la parola
che sorse spontanea in tanti italiani quando il 25 aprile 1945 il
Comitato di Liberazione Nazionale dell'Alta Italia proclamò
ufficialmente l'insurrezione.
E’ certamente la parola che
simboleggia la storia meravigliosa e tragica dei martiri della
Resistenza, dei partigiani e militari caduti, dei condannati a morte,
dei civili trucidati.
Quest’anno
la festa della Liberazione assume un valore particolare per San
Benedetto. Sono trascorsi 70 anni da quando San Benedetto del Tronto
è stata liberata e dedichiamo la cerimonia a uomini di valore che
con il loro sacrificio hanno riconsegnato una speranza alla nostra
Città: Guido Sgattoni, Francesco Fiscaletti, Mario Mazzocchi, i
fratelli Cesare e Antonio Gabrielli e Luciano figlio di Cesare,
Neutro e Salvatore Spinozzi e il brigadiere Elio Fileni, il
maresciallo dei Carabinieri Luciano Nardone e dell'appuntato Isaia
Ceci e i tanti civili che furono trucidati dalla furia del
nazifascismo.
Questo
25 aprile in particolare ricorderemo i nostri concittadine Francesco
Fiscaletti e Mario Mazzocchi e il tenente della Guardia di Finanza
Gian Maria Paolini che, proprio in quel 1944, vennero uccisi dai
nazifascisti per difendere la nostra terra. Gli altri li ricorderemo
nel corso dell’anno grazie alle iniziative programmate
dall’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia e
dall’associazione Carabinieri.
Abbiamo
invitato a parlare di quelle vicende Emanuela Mazzocchi e Frank
Rayner, nipoti di Mazzocchi e Fiscaletti: nelle loro parole
rivivranno quelle esistenze, nei loro racconti ritroveremo il
coraggio e l’umanità di quei giovani che non ebbero paura di
perdere la vita perché in gioco c’era qualcosa di ancor più
importante. Spero proprio che siano tanti i sambenedettesi che
verranno ad ascoltarli.