Ocma, c'è un piano per mettere in sicurezza i rifiuti tossici

Ocma, c'è un piano per mettere in sicurezza i rifiuti tossici

I commissari giudiziali avevano individuato le risorse per tobare un capannone. E potrebbero le stesse banche creditrici mettere in sicurezza i rifiuti per favorire la vendita all'asta della Ocma

Ascoli - Cosa è accaduto per i rifiuti della Ocma. Prima del fallimento, che è arrivato in questi giorni, della Ocma si occupavano insieme alla società dei commissari giudiziali. Sul tema dei rifiuti c'è stato quindi un percorso ben preciso. Dopo una diffida arrivata dalla Regione Marche per mettere in sicurezza quei rifiuti tossici è stato contattata la Ece Srl che si occupa di sicurezza e gestione dei rifiuti.
E' stato dunque realizzato un piano prima che la società fallisse che prevede la messa in sicurezza di quei rifiuti tossici. E' stato individuato all'interno dell'azienda, in uno dei capannoni, il sito ove porre quei rifiuti. Il rischio in quell'area, oltre che quello della dispersione atmosferica, è quello della esondabilità poiché è vicina al fiume Tronto. Una volta trasferiti all'interno i rifiuti, le porte di quel capannone saranno murate in modo che non possa entrarci nessuno. Il capannone sarà “tombato”.
Di questa attività ora se ne dovranno occupare i curatori. Già i commissari giudiziali avevano individuato delle risorse per questa operazione. E parlando invece delle possibilità di bonificare l'area portando via i rifiuti tossici, anche questa ipotesi non sarebbe peregrina secondo i commissari giudiziali che sono intervenuti. Il valore dell'azienda, detratto il fatto che mancava di alcune autorizzazioni per certe attività, è stato deprezzato fino ad arrivare a una stima di circa 35 milioni di euro.
Il passivo, costituito anche da contenziosi, potrebbe aggirarsi sui 70 milioni di euro.
Poiché ad essere interessate a questa procedura sono molte banche, gli stessi istituti di credito potrebbero farsi carico della messa in sicurezza ambientale per favorire la vendita all'asta della Ocma che altrimenti non sarebbe facilitata.
E l'eventuale acquirente potrebbe acquistare con l'accordo che dal prezzo di acquisto venga detratto il costo della bonifica. Questa è un'ipotesi ma ce ne sono anche altre.