Il vice presidente della Regione Marche Antonio Canzian, Il presidente della Provincia Piero Luciani e il sindaco Guido Castelli hanno ricevuto dal presidente di Restart Srl Franco Gaspari l'esatta situazione sul percorso dell'analisi del rischio dopo il parere espresso dall'Istituto Superiore della Sanità.
«Per i primi di marzo – dice Gaspari – la valutazione dei nostri tecnici con l'aggiornamento dell'analisi di rischio sarà trasmessa a tutti gli enti competenti per permettere così al sindaco di convocare con celerità la prossima Conferenza dei servizi. Intanto possiamo dire una cosa: noi abbiamo presentato un progetto considerando una decontaminazione del sito inquinato pari alla tabella A, cioè ai valori che rendono l'acqua potabile per uomini e bambini. Il precedente progetto approvato dall'Arpam alla Sgl Carbon prevedeva due tabelle (a e b) con 141 mila metri cubi di terreno da trattare (decontaminare). Il nostro progetto di bonifica, oltre ad elevare la qualità del procedimento (indici ottenuti uguali a quelli dell'acqua da bere, quindi tabella A), prevede di trattare 191 mila metri cubi di terreno. Quello che ci preoccupa sono le prescrizioni dell'Asur che dà indicazioni alzando ogni volta di più l'asticella, quasi a volere rendere impossibile una bonifica, anzi sembra proprio che non si voglia il sito bonificato».
E' singolare in tutta questa vicenda che l'Arpam, da sempre considerato un Moloch, cioé la barriera invalicabile, custode di metodi restrittivi per garantire la massima qualità ambientale si sia attivata per avere una visione chiara, vista la latitanza del Ministero dell'Ambiente, rivolgendosi all'Istituto Superiore della Sanità, la massima espressione in materia scientifica. In questo modo ha riaperto il cammino del progetto, consapevole della situazione di crisi economica e occupazionale del territorio senza derogare dai principi cardine della sua missione: garantire la massima qualità ambientale. In effetti deve essere parsa strana anche alla stessa Arpam la posizione antitetica dell'Asur .
E' stata l'Arpam infatti a fare tutte le analisi nel tempo: valutazione dell'inquinamento fin nel rosmarino, caratterizzazione effettuata all'interno dell'area Carbon, con i piezometri disposti per valutare se vi fosse inquinamento nella falda acquifera, inquinamento che invece è stato escluso.
A cosa mira dunque l'Asur, il Dipartimento di Prevenzione?
«Restart ha esaminato in due condizioni l'eventualità di inquinamento della falda acquifera – dice Bruno Bucciarelli, presidente di Confindustria – misurando l'acqua presente nei piezometri da sei anni, cioè senza lavare i piezometri stessi. In questo modo si può escludere che il percolato sia finito nella falda. Ora ci viene chiesto di utilizzare il metodo della lisciviazione che serve a verificare una cosa che è già stata verificata di fatto».
Che cosa è la lisciviazione?
Indica il processo per cui gli elementi solubili del suolo, per effetto dello scorrimento e della percolazione delle acque, vengono trasportati o migrano negli strati più profondi.
Restart ha poi lavato i piezometri (disposti anni addietro proprio dall'Arpam) e ha effettuato nuove analisi che hanno ancora una volta evidenziato come la falda acquifera non sia inquinata.
D'altro canto se non cera inquinamento anni addietro quando la Carbon stava dismettendo l'attività come può essercene ora che non c'è più produzione da anni?
E' comunque utile capire cosa è un piezometro. Il piezometro è un dispositivo (una sorta di imbuto con lungo tubo posto in profondità, atto ad individuare la quota di una massa fluida, ovvero la profondità a cui è presente acqua. E’ costituito da un tubo fessurato circolarmente lungo la superficie a contatto con la falda da monitorare, che viene inserito e cementato in un foro di diametro adeguato, praticato nel suolo.
L’acqua della falda attraversa la parte fessurata e riempie il tubo, tenendo, in tal modo, la massa liquida separata dal terreno, permettendo la misura della profondità (quota di falda) e, se necessario, il prelievo di campioni su cui eseguire le indagini chimiche.