A rischio – dicono i carrozzieri di CNA e Confartigianato – ci sono decine e decine di aziende in provincia di Pesaro e Urbino e molti posti di lavoro. “Non accettiamo di essere messi fuori mercato in nome di una presunta riduzione delle tariffe Rc auto e di una finta liberalizzazione”.
Gli operatori del settore di CNA e Confartigianato della provincia hanno proclamato lo stato di mobilitazione e parteciperanno alla manifestazione del 15 gennaio a Roma. Seguiranno poi altre iniziative anche locali per sensibilizzare opinione pubblica e forze politiche. Le disposizioni in materia di rc auto contenute nell’art. 8 D.L. 145/13 dell’ultimo provvedimento del Governo denominato “Destinazione Italia”, minacciano infatti la sopravvivenza di imprese e di addetti del settore.
I carrozzieri Cna e Confartigianato contestano la misura che renderebbe nei fatti obbligatoria la “forma specifica” nel risarcimento dei danni dei veicoli incidentati, vale a dire far riparare il veicolo incidentato esclusivamente dalle carrozzerie convenzionate con le assicurazioni e pagate direttamente da queste ultime. In questo modo si rischia di far chiudere le carrozzerie indipendenti, che non operano in convenzione con le assicurazioni, e si impedisce ai cittadini di esercitare la libera scelta di essere risarciti in denaro e di farsi riparare l’auto dall’officina di fiducia. Questa norma – sottolinea Riccardo Battisti della CNA - è l’esatto contrario delle liberalizzazioni perché, nei fatti, si indirizza tutto il mercato della riparazione verso le carrozzerie convenzionate, alle quali le assicurazioni impongono condizioni contrattuali-capestro che le costringono a lavorare sotto costo, mettendo così a rischio anche la qualità della riparazione e con essa la sicurezza dei veicoli.
Le compagnie di assicurazioni, in palese conflitto di interesse, tentano così di appropriarsi del mercato della riparazione dei veicoli incidentati – ribadiscono Cna e Confartigianato. La riparazione costituisce solo una piccola parte nella gestione del sinistro. Basti ricordare infatti che fatto 100 il costo medio complessivo del sinistro , il 65% è imputabile ai risarcimenti per danno fisico, il 25% serve a coprire alcuni costi fissi e indiretti delle compagnie (non collegabili ai singoli sinistri) e solo il 10% copre il costo puro della riparazione. Quest’ultimo per il 60% è imputabile al prezzo dei ricambi mentre solo il 40% riguarda la manodopera delle carrozzerie. Pertanto se l’obiettivo è quello di ridurre i costi dei sinistri, nel tentativo di perseguire una riduzione dei premi assicurativi, occorre attuare una strategia e un piano di azione coerenti con la composizione di tali costi, evitando ipotesi che danneggiano la concorrenza nel mercato della riparazione e negano la libera scelta dell’assicurato. Le Associazioni artigiane invitano anche a leggere bene le clausole al momento della stipula delle polizze per evitare brutte sorprese.