In sostanza la Regione Marche si è limitata, per ora, a redigere le mappe di pericolosità-danno e le mappe di rischio nelle aree esondabili o soggette ad alluvione prendendo in considerazione la cartografia del Piano di Assetto Idrogeologico(PAI) vigente e, ai fini dell’attribuzione delle classi di rischio, le caratteristiche delle varie zone a livello produttivo, demografico, ambientale e strategico.
Per conto di Italia Nostra Onlus Marche è intervenuto nell’occasione, a portare un contributo, Alfredo Sadori che ha evidenziato:
La necessità che detta valutazione sia riveduta e corretta anche alla luce della revisione del PAI, disposta dalla DGR Marche 154 del 18.02.2013 e tuttora in itinere.
I limiti del PAI che ha finora costituito la mera rappresentazione grafica di eventi calamitosi verificatosi nel corso dei decenni, le cui perimetrazioni sono state spesso ridotte, modificate e compresse in esito a valutazioni urbanistiche di carattere speculativo. Per lo più la redazione del PAI è stata effettuata mediante incrocio di dati cartografici, informazioni storiche, dati da interpretazione fotografica e, come tale, risente delle connesse imprecisioni ed indeterminatezza. Tant’è che i PAI si sono rivelati inefficaci a proteggere il territorio e le popolazioni e la legislazione vigente (Direttiva 2007/60/CE, D.L.vo 49/2010, intesa Stato-Regioni con indirizzi operativi per l’attuazione della direttiva 2007/60/CE) ha imposto l’adozione di ulteriori strumenti di valutazione e gestione delle alluvioni, con particolare riferimento alla predisposizione delle mappe della pericolosità e del rischio di cui si è discusso nel corso della giornata. Ed infatti, la DGR Marche 154 del 18.02.2013, a pag. 3, riporta la seguente motivazione: “l’aggiornamento del Piano si rende necessario al fine di registrare le modificazioni sullo stato fisico del territorio, con conseguente rettifica delle cartografie di Piano intervenute dopo la sua approvazione nel 2004 e manifestatesi negli ultimi anni diffusamente o localmente, e in modo talvolta drammatico in occasione di eventi meteo climatici di particolare gravità (2006, 2009, 2011, 2012)”
L’opportunità che le Amministrazioni procedenti, di fronte a tali limiti degli strumenti di pianificazione, tengano comunque nel dovuto conto gli eventi calamitosi verificatisi in occasione delle istruttorie procedimentali per il rilascio delle autorizzazioni Nello specifico si è riportato il caso di un impianto di recupero e smaltimento di FORSU (Frazione Organica dei Rifiuti Solidi Urbani) autorizzato dalla Provincia di Ancona e dalla Regione a Ostra nonostante l’area, nel marzo 2011, sia stata oggetto di esondazione del fiume Nevola. L’autorizzazione è stata rilasciata nel 2012 sulla scorta del fatto che il lotto non rientrava nelle aree esondabili del PAI ma, come risulta dai verbali di intervento dell’epoca, gli enti non potevano ignorare l’evento calamitoso e avrebbero dovuto tenerne comunque conto nella procedura di VIA.
Italia Nostra Onlus Marche auspica che si proceda all’aggiornamento del Piano di Assetto Idrogeologico con la necessaria rapidità e, soprattutto, serietà ponendo fine alle contraddizioni che comportano poi danni e vittime a carico della Comunità Marchigiana.