Sono circa una quindicina i casi all'attenzione degli organi di polizia ai quali si sono rivolti altrettanti proprietari di cani e gatti uccisi da un avvelenatore.
L'ultimo episodio in ordine di tempo ce lo segnala Igino Cacciatori membro della giunta della Camera di Commercio. Cacciatori è un orafo molto conosciuto e la sua attività si trova nei pressi del ponte di Porta Solestà.
Proprietario di un cane di razza volpina di colore bianco, Cacciatori era solito portarlo a passeggio per un breve tratto di via “Ret li mierghie” (dietro i merli) munito di paletta e bustina per raccogliere i bisogni del cagnolino.
Scriviamo al passato perché diversi giorni fa il suo cane è morto in casa dopo un'atroce agonia gettando nello sconforto la famiglia. Cosa era accaduto?
Il veterinario ha accertato che il cane è stato avvelenato con un prodotto usato per uccidere i topi: il Dicumarolo che è un farmaco anticoagulante e quindi provoca emorragie. Il cane normalmente per regolare le sue funzioni digestive mangia dell'erba ed è proprio in quell'occasione che rischia maggiormente.
Qualcuno ha disseminato tra le erbe che crescono sui lati e tra le pietre di “Ret li mierghie” polvere di Dicumarolo creando un rischio grave anche per qualche bambino piccolo che normalmente tocca e porta in bocca di tutto.
Appare improbabile agli inquirenti che hanno raccolto molte denunce di morte di animali per questo veleno che si tratti di disinfestazione per topi. Tra l'altro oggi per i topi esistono altri rimedi per loro mortali ma che non producono sorti infauste per altri animali o per l'uomo.
Il Dicumarolo purtroppo può essere acquistato senza alcun obbligo di segnalazione anagrafica, si vende liberamente.
E questo è un problema che va affrontato e risolto perché, come in questo caso, diventa un problema di sicurezza pubblica.
Nella foto Igino Cacciatori indica la zona dove il suo cagnolino ha assunto il veleno.