Liste di attesa, il ministero pubblica i dati

Liste di attesa, il ministero pubblica i dati

Risultano per gli ultimi due anni che i tempi di attesa dei principali interventi sono più lunghi anche se la situazione è a macchia di leopardo e cambia da prestazione a prestazione.

Secondo l'intesa Stato Regioni le prestazioni sono divise in quattro classi: effettuazione entro 30, 60, 180 giorni ed entro un anno.

Dai dati risulta ad esempio che per la chemioterapia la media nazionale nel 2012 è di 22,2 giorni (nel 2011 era di 25,9). In realtà in Campania se ne attendono 77,8 seguita dalla Puglia che però fa attendere solo 17,9 giorni.

In Molise le attese medie durano solo 3 giorni.-

Per la coronarografia contro la media nazionale di 29,3 giorni (nel 2011 era 29,8), se ne aspettano 101,2 sempre in Campania seguita dai 46 giorni delle Marche e solo 4,8 in Toscana, seguita dai 6,4 in Lombardia.

Per il tumore alla mammella l'attesa media è di appena 0,9 giorni, da 21,5 del 2011 a 22,4 del 2012, per la prostata, bisogna aspettare in media non più 36,5 giorni come nel 2011 ma 36,9 nel 2012.

Per il tumore alla mammella - sempre nella fascia di maggiore urgenza, entro 30 giorni - non c'è una differenza eccessiva tra Regioni: si aspetta di più in Piemonte (31,5 giorni) e di meno a Bolzano (13,2 giorni).

Mentre per il tumore della prostata di va dal massimo di 71,9 giorni in Campania al minimo di 6,2 giorni sempre a Bolzano.

Per un bypass aortocoronarico, nella classe di massima priorità (ricoveri entro 30 giorni) e sempre lo scorso anno l'attesa media nazionale è di 17 (era di 16,1 nel 2011), ma sfiora i 50 giorni in Basilicata e i 49 in Sardegna, ma anche i 48 a Trento e i 44 in Veneto.

Si attendono 8,5 giorni in Calabria e 8,7 in Emilia Romagna, 8,8 nelle Marche e 9,6 in Umbria. Per l'angioplastica coronarica - che si esegue dopo un infato acuto - nella classe più urgente di attesa la media nazionale è di 13,9 giorni (13,5 nel 2011) ma si va dai 55 giorni della Basilicata e "solo" 20 in Molise, ai 3,8 giorni della Valle d'Aosta e 4,4 della Campania.

Come tagliare questi tempi? Secondo Fabiani per le visite e esami diagnostici nella nostra regione si dovrebbero utilizzare (come per le produzioni delle aziende private) al massimo gli strumenti esistenti (ad es. Tac e Risonanze), ottimizzando i tempi anche sulle 24 ore nella settimana.

"Si potrebbe anche sperimentalmente attivare questa ipotesi e vedere se funziona traendone le dovute conclusioni. Ottimizzando l’utilizzo dei macchinari si dovrebbe avere anche una riduzione dei costi favorendo così anche l’innovazione e il rinnovo degli stessi macchinari. Mi domando perché in un’azienda privata si deve lavorare su tre turni anche per sei o sette giorni la settimana per avere più produttività, occupazione e qualità dei prodotti e questo non può essere fatto nella sanità? È una cosa assurda! Certamente un’operazione di questo genere dovrebbe essere fatta con le organizzazioni interne dei lavoratori nel rispetto dei contratti e delle leggi. Ma credo che la salute sia una cosa importante e i lavoratori non si tireranno certamente indietro".

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