I dati sono stati diffusi in occasione dell’OBESITY DAY, giornata nazionale dedicata alla sensibilizzazione al tema dell’obesità organizzata dall’ADI - Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica.
“L’obesità non è un problema confinato in una sfera estetica, ma una vera e propria patologia clinica - rileva l’assessore alla Sanità, Almerino Mezzolani - prevenirla è importante, perché l’eccesso ponderale è uno dei principali fattori che sostengono l’aumento delle malattie cronico-degenerative, quelle che oggi rappresentano il principale problema in termini di mortalità. Per questo occorre sensibilizzare l’opinione pubblica e di chi opera in sanità a prestare massima attenzione”.
Gli operatori sanitari e non sanitari rivestono un ruolo importante nelle iniziative di comunicazione finalizzate all’attivazione di processi di consapevolezza e di empowerment nella popolazione. Anche per questa ragione in molte zone delle Marche sono in atto iniziative, formative ed informative, dei Servizi Igiene degli Alimenti e Nutrizione dell’ASUR.
Per conoscere qual è la situazione nelle Marche per quanto riguarda gli adulti, sono di riferimento i dati del sistema nazionale di sorveglianza epidemiologica PASSI (Progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia) che ha l’obiettivo di stimare la frequenza e l’evoluzione dei fattori di rischio per la salute, legati ai comportamenti individuali, oltre alla diffusione delle misure di prevenzione. Un campione di residenti di età compresa tra 18 e 69 anni viene estratto con metodo casuale dagli elenchi delle anagrafi sanitarie. Personale dei Dipartimenti di Prevenzione delle Aree Vaste ASUR, specificamente formato, effettua interviste telefoniche (circa 25 al mese per ogni Area Vasta) con un questionario standardizzato. I dati vengono poi trasmessi in forma anonima via internet e registrati in un archivio unico nazionale.
Secondo i dati del Passi, nel 2009-2012 nelle Marche, il 31% degli adulti di 18-69 anni risulta in sovrappeso e il 10% risulta obeso. Questa condizione cresce al crescere dell’età, è più frequente negli uomini, tra le persone con più bassi livelli d’istruzione, tra quelle economicamente più svantaggiate. Percepire di essere in sovrappeso può essere motivante per un eventuale cambiamento dello stile di vita. Nel campione regionale del quadriennio 2009-2012, la percezione di essere in sovrappeso non sempre coincide con lo stato nutrizionale calcolato in base ai dati antropometrici riferiti dagli intervistati: tra le persone in sovrappeso 4 su dieci (40%) ritiene che il proprio peso sia più o meno giusto; tra gli obesi questa percentuale è del 5%. Nel 2012 le persone in sovrappeso o obese mostrano profili di salute più critici di quelli della popolazione generale, sopportano un maggior carico di malattia e più frequentemente di altre dichiarano di soffrire di condizioni croniche: oltre il 30% riferisce una diagnosi di ipertensione o di ipercolesterolemia (nella popolazione generale queste percentuali sono pari rispettivamente al 19% e 29%), il 6% riferisce una diagnosi di diabete (contro il 3% nella popolazione generale), il 3% riporta di aver avuto un infarto del miocardio e il 9% di malattia respiratoria cronica.
“Per diffusione e conseguenze sulla salute l’eccesso ponderale è tra i principali fattori di rischio che si possono correggere – rileva Mezzolani -. Esistono programmi validi per rendere le condizioni di vita più favorevoli a scelte che contrastino l’obesità come aumentare i consumi di frutta e verdura e il movimento. Nell’ambito del Piano regionale della Prevenzione sono stati attivati progetti specifici. Fondamentale per avviare programmi di questo tipo anche l’azione dei Comuni e delle altre agenzie territoriali, assieme alla Azienda Sanitaria Unica Regionale, che in occasione di Obesity Day ha messo in campo numerose iniziative per sensibilizzare la popolazione”.