Una Cattedrale gremita e tante le autorità, locali e regionali, così come i Vescovi marchigiani e originari della Diocesi, che hanno partecipato al solenne rito funebre, presieduto da Mons. Luigi Conti, Arcivescovo di Fermo, Amministratore Apostolico della Diocesi di Ascoli Piceno e Presidente della Conferenza Episcopale Marchigiana.
La S. Messa si è svolta questa mattina, alle ore 10. Presenti nel Duomo piceno anche il fratello e la sorella di Mons. Silvano Montevecchi. All'interno tutte le rappresentanze delle Confratrnite, dell'Esercito e degli Scout. Per l’occasione è stato allestito un maxischermo in piazza Arringo, che ha trasmesso in diretta la celebrazione delle esequie.
La lettura del testamento del Vescovo Montevecchi, che risale all’8 febbraio 2009, conferma la sua volontà di essere seppellito ad Ascoli, città in cui, meno di un anno fa, festeggiava i 15 anni di permanenza alla guida della Diocesi ascolana: «…chiedo di essere sepolto nella cattedrale di Ascoli Piceno e lì continuerò a pregare per il popolo che mi ha affidato».
Al testamento spirituale segue quello che dispone delle sue cose, dove scrive che «…non avendo beni immobili, tutto ciò che gli appartiene, al momento della morte, va alla Diocesi di Ascoli Piceno».
Un forte attaccamento, dunque, alla città turrita che, in occasione dei 50 anni di sacerdozio, gli aveva conferito la cittadinanza onoraria, rendendolo ascolano a tutti gli effetti.
Ai numerosi messaggi e telegrammi di cordoglio, si unisce quello di Papa Francesco che:«partecipa spiritualmente – fa sapere il segretario di Stato di Sua Santità, il cardinale Tarcisio Bertone - al lutto che colpisce codesta comunità diocesana, esprimendo a tutti i fedeli il suo profondo cordoglio nel ricordare il generoso ministero episcopale di questo zelante pastore».
Alla cerimonia hanno partecipato il prefetto Graziella Patrizi, il presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca, il vicepresidente Antonio Canzian, il sindaco di Ascoli Guido Castelli, il presidente della Provincia di Ascoli Piero Celani, il presidente del Tribunale Fulvio Uccella e il questore Giuseppe Fiore.
Il cordoglio della Provincia di Ascoli Piceno
Pur nella consapevolezza cristiana che l'esistenza terrena costituisce un percorso di passaggio verso una prospettiva di eternità e di pienezza di vita, la scomparsa di Mons. Montevecchi mi ha provocato grande tristezza e forte commozione. Ho avuto infatti modo fin da subito di apprezzarne, anche nelle vesti di amministratore prima come Sindaco della città di Ascoli e poi come Presidente della Provincia, le sue notevoli doti umane e di pastore, sempre attento e premuroso verso la comunità affidata.
Il suo è stato un episcopato fecondo, che ha inciso profondamente nel tessuto religioso e civile del nostro territorio con un apostolato umile ed orientato a servire tutti: dagli anziani, ai giovani, alle famiglie, agli adulti fino ai collaboratori del clero diocesano. Un periodo intenso, caratterizzato da una grande trasformazione per il territorio, che ha visto il nostro Vescovo vicino con generosità alla gente interpretandone i bisogni e le speranze con il timbro specifico della carità ed all'insegna della devozione verso i due compatroni S. Emidio e la Madonna delle Grazie.
Ricordo ancora la sua prima visita ufficiale da Vescovo alla comunità di Marino del Tronto, in cui vivo, in occasione della cresima nell'ottobre 1998. Già da quei primi suoi gesti, ho avuto modo di apprezzare il suo stile di accoglienza verso il prossimo, la sua semplicità, la capacità di comunicare il Vangelo e raggiungere l'anima delle persone. Una carica umana sempre accompagnata da una raffinata cultura teologica, filosofica e morale. E' stato un Vescovo che ha esercitato il suo Ministero pastorale e di governo della Diocesi come un sacerdote si prende cura della propria parrocchia ascoltando le persone direttamente, senza filtri ma con immediatezza e cogliendone non solo le esigenze spirituali, ma anche le difficoltà, gli affanni quotidiani e le problematiche materiali e sociali.
Proprio da questo ascolto e vivere costantemente in mezzo alla gente sono nate numerose opere e attività come il Centro giovanile l’Impronta, l’emporio della Caritas e la casa di accoglienza per persone bisognose senza contare la puntuale azione per il recupero e la valorizzazione del patrimonio storico ed artistico diocesano molto importante per un contesto locale come il nostro caratterizzato da una storia millenaria che ha lasciato tante e preziose testimonianze. Penso, ad esempio, al progetto “Chiese aperte” condotto in collaborazione con l’Amministrazione Provinciale. Non ultimo l'assiduo incoraggiamento a politici, amministratori e alle istituzioni a porsi sempre al servizio del bene comune testimoniato dal sostegno alla scuola di formazione socio - politica. Dunque veramente una grande testimonianza di vita cristiana e di apostolato operoso e concreto che ha lasciato un segno forte nella comunità picena che non sarà mai dimenticato.
Il Presidente della Provincia
Piero Celani