Il documento prevede la riorganizzazione dell’offerta sanitaria regionale attraverso il riordino delle reti cliniche e stabilisce che tale riorganizzazione venga conclusa nell’ambito del periodo di vigenza del Piano Socio Sanitario 2012-2014. Incarica poi il Coordinamento degli Enti del SSR ad effettuare, con cadenza annuale, il monitoraggio sullo stato di applicazione della deliberazione.
“L’organizzazione in reti cliniche – specifica l’assessore alla Sanità, Almerino Mezzolani - rappresenta un’innovazione organizzativa che mira a consolidare e migliorare la sicurezza e qualità delle cure, l’equità dell’accesso alle cure e la sostenibilità economica delle scelte, appropriatezza ed etica nell’uso delle risorse”.
Il requisito di sicurezza e qualità è condizionato dal personale, la cui competenza professionale è legata, oltre che alla formazione, anche alla casistica trattata; dalla tecnologia, in particolare alcune pesanti non possono essere distribuite su ogni struttura ospedaliera ma centralizzate per esigenze di efficienza ed economicità; e dall’organizzazione che deve permettere la valutazione multidisciplinare delle patologie.
L’equità dell’accesso alle cure deve tener conto dei punti di erogazione sulla base del bacino di utenza e delle caratteristiche oro-geografiche, della distribuzione delle specialità in base ai dati epidemiologici di salute della popolazione e dell’organizzazione della rete dell’emergenza.
Sostenibilità economica delle scelte, appropriatezza ed etica nell’uso delle risorse deve essere perseguita attraverso la realizzazione di reti clinico assistenziali “che effettivamente servono ai cittadini - rimarca Mezzolani – evitando di creare servizi o punti della rete che sono diseconomici per numeri trattati e pericolosi per mancata expertise dei professionisti ed utilizzare strumenti di comprovata evidenza scientifica”.
Alla base della organizzazione in rete, tiene a specificare l’assessore “c’è non solo l’individuazione ma anche la tutela delle realtà d’eccellenza. In un’ottica di sistema, e non solo regionale, ogni sforzo deve essere fatto dal SSR affinché queste realtà, che rappresentano un vero patrimonio di competenze e professionalità, non vengano disperse, fornendo loro tutti i mezzi di sussistenza e crescita necessari”. Va salvaguardato, inoltre, il ruolo delle diverse Aziende del SSR e le varie sperimentazioni gestionali di modelli innovativi.
Il principio fondante alla base di molte reti è che “non tutti possono fare tutto. In questo documento – conclude Mezzolani – vi sono i criteri di carattere tecnico utilizzati per la costruzione e gestione delle reti cliniche, poiché di ogni rete vanno identificate le linee di attività/produzione più significative così da distribuirle nel modo più logico tra i vari punti della rete. Per molte prestazioni esistono volumi minimi di attività indispensabili per garantire efficienza e qualità clinica”.
Nella predisposizione del documento si è provveduto alla possibilità di realizzare equipes integrate intra-area vasta, inter-area vasta ed inter-aziendale, non limitando le singole professionalità ma trasferendo e concentrando in opportune sedi le attività e le competenze. Nella distribuzione delle attività si è tenuto conto dell’integrazione tra le reti e, in particolare, con quella della urgenza/emergenza.