L’ARPAM di Ascoli Piceno ha infatti comunicato stamane l’esito dei nuovi prelievi effettuati in data 8 luglio dai quali risulta che i valori degli inquinanti sono rientrati nei limiti di legge.
Su proposta dello stesso organo di tutela sanitaria, dunque, il sindaco Giovanni Gaspari ha firmato l’ordinanza che revoca il precedente provvedimento di divieto di balneazione alla foce del torrente emesso il 1° luglio scorso.
Goletta Verde: “Rivendichiamo la professionalità e la scientificità delle nostre analisi"
In riferimento alle polemiche sorte a seguito delle comunicazione dei dati relative alle analisi effettuate dai biologi di Goletta Verde lungo la costa del Comune di San Benedetto del Tronto si specifica che i tecnici di Legambiente eseguono il controllo dello stato di qualità del mare e delle coste con particolare attenzione al rischio di inquinamento causato dalla mancanza o inadeguatezza del servizio di depurazione. La determinazione dei singoli punti avviene attraverso la raccolta d’informazioni sul territorio da parte dei circoli locali di Legambiente e delle segnalazioni dei cittadini attraverso il servizio SOS Goletta.
La denuncia di Legambiente non è fine a se stessa. Vuole piuttosto essere un momento di confronto e incontro con le amministrazioni per capire quali siano i problemi e quali le possibili soluzioni. Come più volte sottolineato, quella di Goletta Verde è un’istantanea che non vuole sostituirsi alle analisi effettuate dalle istituzioni preposte, ma che restituisce una situazione critica che è necessario approfondire.
“I prelievi sono stati svolti poco prima che il torrente Ragnola sfociasse in mare nel tratto che attraversa la spiaggia, un litorale affollato e con la presenza di bagnanti, tra cui bambini, anche nel fiume stesso, su cui tra l’altro non c’era nessuna indicazione di non balneazione come riscontrato dai tecnici di Goletta Verde - sottolinea Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente -. Le successive analisi hanno rilevato valori elevati dei parametri microbiologici monitorati, ad indicare la presenza di contaminazione fecale molto probabilmente derivante da scarichi non depurati. Noi non assegniamo patenti di balneabilità, ma laddove emergono dati critici e non sottovalutabili sulla presenza di cariche batteriche è bene andare oltre le polemiche e cercare di individuare e risolvere la causa anche per salvaguardare la salute dei bagnanti. Ed è questo proprio l’obiettivo del nostro lavoro, con la piena collaborazione all’approfondimento delle problematiche legate al mare, anche di concerto con le amministrazioni”.