Erano presenti i Presidenti delle due Province Piero Celani e Fabrizio Cesetti, l'Assessore Regionale al Lavoro Marco Luchetti, il Commissario della Provincia di Ancona Patrizia Casagrande, il Vice Presidente del Consiglio Provinciale di Macerata Paola Mariani, l'Assessore al Lavoro del Comune di Fabriano Giuseppe Galli, sindaci dell’Ascolano e del Fermano con la fascia tricolore, rappresentati sindacali, piccoli imprenditori, dipendenti dell'azienda, cittadini per fare fronte comune e sollecitare il ritiro del Piano industriale che prevede complessivamente circa 1425 esuberi nelle sedi di Fabriano, Comunanza e Aversa.
In apertura dei lavori, i presidenti dei due Consigli Provinciali, Armando Falcioni e Luigi Marconi, hanno posto all’attenzione la grave situazione economica ed occupazionale che stanno vivendo i territori, sottolineando l'importanza del Gruppo Merloni che per decenni ha segnato positivamente lo sviluppo economico di queste comunità locali, contribuendo a sostenere il reddito di centinaia di famiglie soprattutto delle zone più interne. Quindi ha preso la parola il Sindaco di Comunanza Domenico Annibili che ha lanciato un accorato appello per la salvaguardia e il futuro dello stabilimento di Comunanza "che occupa dipendenti provenienti da ben 50 comuni non solo della fascia montana compresi i capoluoghi di Ascoli, Fermo e Macerata e la città di San Benedetto del Tronto".
Il Presidente Celani ha sottolineato l'obiettivo di tenere alto il livello di attenzione delle istituzioni e delle forze politiche, economiche e sociali ed invitato "i vertici Indesit ad un grande senso di responsabilità, evitando scelte industriali non giustificate dal calo delle vendite, ma probabilmente dettate da politiche di delocalizzazione all’estero. Voglio anche ricordare - ha evidenziato il Presidente - la grande laboriosità, generosità e attaccamento al dovere della collettività montana, la cui gente ha avuto un ruolo essenziale nella crescita e nel successo negli anni del Gruppo Merloni. Occorre utilizzare tutti i canali istituzionali possibili per sollecitare il mantenimento delle piene potenzialità produttive e occupazionali di una presenza industriale storica e radicata".
Sulla stessa lunghezza d'onda il Presidente Cesetti "non si può parlare di crisi per un'azienda che ha chiuso il 2012 con decine di milioni di euro di utile e il Governo deve farsi carico di questa vicenda accompagnando i lavoratori e le istituzioni locali nelle trattative con la dirigenza aziendale".
Ritirare il piano industriale, che penalizza fortemente le sedi italiane e che rappresenta un primo passo verso un ridimensionamento dello stabilimento di Comunanza, è stato al centro degli interventi di tutti i relatori che si sono succeduti invocando all’unanimità, strategie opportune e immediate.
Dopo aver ascoltato con attenzione gli interventi dei rappresentanti in sala, l’Assessore Luchetti ha ribadito "l’impegno della Regione a percorrere tutte le strade possibili per favorire la composizione della vertenza" e ha ricordato "che l'azienda ha manifestato l'intenzione di rimanere in Italia e la necessità di riorganizzare, seguendo la strada della domotica e dell'innovazione, a livello Paese il settore strategico del bianco che, soprattutto nelle Marche, riveste un'importanza fondamentale in termini di produzione ed unità lavorative impegnate".