"Durante l’incontro, il Presidente di Haemonetics Europa, J.V. Wulf, ha comunicato che non vi sono per l’azienda altre opzioni percorribili se non la cessazione delle attività produttive dello stabilimento di Ascoli Piceno - spiega Haemonetics in una nota -. Questa conclusione fa seguito a una lunga e approfondita analisi della domanda di prodotti realizzati presso il sito di Ascoli, nonché dell’impatto dovuto alla perdita di importanti gare d’appalto – le cui commesse rappresentavano più dei due terzi del volume di produzione pianificato – e di quote di business, che rendono difficile per Haemonetics allinearsi alle politiche di prezzo aggressive dei competitor.
Pertanto, pur avendo preso attentamente in esame tutte le alternative possibili – compreso il trasferimento ad Ascoli di una parte della produzione da altri stabilimenti – l’azienda ritiene che, sul lungo termine, il ritorno economico legato al mantenimento di questo impianto non sia sostenibile, né sarebbero giustificati ulteriori investimenti.
Questa situazione non riflette certo il mancato impegno né tantomeno la qualità del lavoro dei dipendenti Haemonetics di Ascoli, ma è piuttosto un effetto dell’attuale congiuntura economica. Il mercato europeo è sempre più sensibile al fattore prezzo e, considerati i costi attuali, non consente a Haemonetics un posizionamento competitivo.
Consapevole del fatto che la chiusura dello stabilimento di Ascoli impatterà seriamente sui lavoratori, Haemonetics ha confermato la propria disponibilità a collaborare e dialogare con i sindacati e le istituzioni, al fine di mitigare le conseguenze di questa chiusura. In ogni caso, Haemonetics terrà fede a tutti gli obblighi derivanti dal contratto di solidarietà in essere fino alla sua scadenza".