Dibattiti sulla maggiore area di sviluppo della città sono sempre utili, quello che ci sorprende sono le domande e le affermazioni scritte nel testo allegato al manifesto-invito.
“Omissis...In Italia, invece, alla SGL Carbon è stato consentito di vendere l’area dismessa dello stabilimento, senza pagare dazio e pure con largo consenso e sostegno di enti pubblici e imprenditori privati.... omissis … la documentazione relativa alla bonifica viene mantenuta riservata, come fosse un dettaglio trascurabile ...”.
Premesso che siamo del tutto in accordo che chi inquina debba pagare, forse questi due assunti potrebbero incarnare i presupposti alla spiegazione del perché di una mancanza di crescita e sviluppo della città di Ascoli Piceno.
E' la prospettiva che è sempre latitante nei dibattiti.
Ancora si parla di quanto è accaduto in passato dimenticando che questa analisi non ha più ragione di essere tranne per coloro che vogliano divertirsi in discorsi da salotto fini a se stessi: un passatempo.
Invece la città, il territorio, i suoi abitanti avviluppati da un crisi senza precedenti chiedono altro: sviluppo economico e un futuro per i giovani che oggi non esiste.
Oggi ci sono degli imprenditori privati del territorio (Restart Srl) che si sono assunti oneri ed onori acquisendo dalla Sgl Carbon l'area inquinata.
Ci sono stati nell'iter procedurale una serie di tavoli istituzionali dove era rappresentato il territorio con sindacati, organizzazioni datoriali insieme a Regione Marche, Comune, Provincia di Ascoli Piceno e Arpam.
I documenti scaturiti da questi tavoli sono pubblici, non c'è nulla di nascosto. Si sono svolte anche una serie di conferenze dei servizi sia sui temi urbanistici che sulla bonifica.
E' tutto altrettanto pubblico e trasparente. In quei documenti si può leggere perché si è arrivati alla scelta del Pru (Programma di riqualificazione urbana) e perché ora si sia scelta la strada dell'analisi del rischio per arrivare alla bonifica di tutta l'ex area Carbon.
Una strada che è stata scelta perché il percorso avviato precedentemente ipotizzava finanziamenti che invece si è visto non esserci per mancanza di risorse.
L'analisi del rischio dunque abbrevierà i tempi per far partire la bonifica prevista dal cronoprogramma nel 2014.
Il progetto Ascoli21 di Restart Srl assegna al Comune di Ascoli Piceno, quindi ai cittadini, circa 10 ettari di verde attrezzato e 6 ettari di parco fluviale.
Riteniamo indispensabile pensare al futuro, pensa al passato solo chi non ha idee.
Immaginate un po' se Restart Srl non avesse acquistato l'area.
Chi avrebbe impedito alla Sgl Carbon, come è avvenuto in altre realtà, di lasciare la situazione in quello stato con un semplice custode all'interno?
Quanto tempo e carte bollate, iter giudiziari, sarebbero occorsi per il cambiamento?