Egregio Presidente,
Egregi Assessori,
Con rammarico ho appreso della volontà della Vostra Amministrazione di autorizzare la caccia alla volpe secondo una metodica crudele e volgare.
Sono docente e da anni - secondo le indicazioni del Ministero - affianco all'insegnamento delle discipline tradizionali l'educazione alla tutela e alla salvaguardia dell'ambiente.
Mi riesce, dunque, difficile spiegare ai miei allievi le ragioni che spingono un'istituzione pubblica ad adottare misure contrarie ai principi
di cui dovrebbe essere, al contrario, promotrice.
Mi spiace che non sia stato colto da parte della Vostra Amministrazione il significativo cambiamento della cittadinanza verso le tematiche
ambientaliste, ivi compresa la salvaguardia della fauna selvatica, considerata sempre più una risorsa e non un elemento nocivo.
Ritengo scandaloso che il mondo venatorio si aggrappi a qualsiasi motivazione (danno all'agricoltura, rischi per l'incolumità pubblica, per
l'igiene etc.) pur di alimentare i propri scopi e obiettivi ormai anacronistici.
Mi auguro vogliate procedere per un blocco immediato dell'autorizzazione: in caso contrario, prevedo che l'immagine di Ascoli e della sua splendida provincia subirà un danno ben più grave di quanto non possano arrecare le volpi.
Distinti Saluti
Esprimiamo il nostro forte dissenso in merito alla decisione della Provincia di Ascoli Piceno di autorizzare l’abbattimento di 277 volpi, a caccia chiusa ed in pieno periodo riproduttivo, delicato per tutte le specie di fauna selvatica.
In particolare suscita profondo sconcerto e sdegno, pur essendo apprezzabile il gesto di civiltà della Dirigenza di non autorizzare l’uso delle trappole, la decisione di consentire, dall'11 aprile al 30 giugno, il metodo della caccia in tana . Si tratta di una caccia atroce, contro la quale si stanno mobilitando in tutta Italia associazioni, cittadini e anche politici: nei mesi in cui la volpe sta svezzando i suoi volpacchiotti, i cacciatori/"operatori faunistici" sono autorizzati a sterminare la famigliola, mandando cani appositamente addestrati dentro le tane dove mamme e cuccioli sono rifugiati, e facendoli sbranare vivi. Chi riesce a scappare fuori, muore sotto i colpi dei cacciatori. Altrettanto dolorosa sarà la sorte dei poveri cuccioli nel caso improbabile riescano scampare l’attacco di cani e operatori, perché, rimasti soli, moriranno inevitabilmente di fame.
Riteniamo che l’uccisione di queste volpi non abbia alcun fondamento scientifico, né alcuna utilità.
Non possono infatti le volpi essere in sovrannumero, sia perché i censimenti che ne decretano la morte sono effettuati dagli stessi cacciatori in persona che partecipano all’uccisione, sia perché esse sono territoriali, e dunque ogni esemplare vive da solo nella sua area.
Né la volpe può essere considerata dannosa; viceversa, celebri studi effettuati da Enti non di parte, hanno ampiamente dimostrato che essa, come del resto tutte le specie viventi, apporta un utile contributo nel mantenimento degli equilibri di altre specie e nel fondamentale ruolo di “spazzino”.
E’ provato che l’uccisione delle volpi, ai fini della loro riduzione numerica, è completamente inutile a causa della loro territorialità, poiché l’area lasciata libera viene immediatamente occupata da una volpe vicina. Proprio per questo motivo, infatti, l’uccisione delle volpi è addirittura altamente sconsigliata da un importante studio della Regione Friuli Venezia Giulia, per evitare la diffusione di malattie conseguente all’innescarsi di spostamenti a catena.
La decisione della Provincia di Ascoli Piceno è espressamente volta ad eliminare le potenziali concorrenti dei cacciatori, i quali vogliono, e ottengono, l’esclusiva di uccidere le migliaia di fagiani e lepri, completamente estranei all’ambiente, ma rilasciati ogni anno nelle nostre campagne per il loro divertimento. Del resto, se esistesse veramente l’esigenza di difendere l’ambiente dai danni delle volpi, i cacciatori potrebbero intervenire con i loro fucili durante ben cinque mesi di apertura della caccia.
La fauna selvatica, comprese le volpi, è un patrimonio che appartiene a tutti i cittadini., e come tale va tutelata nell’interesse della collettività. Se i cacciatori lamentano danni dalle predazioni delle volpi, tra l’altro ipotetici essendo ampiamente provato che la volpe è onnivora, il loro è interesse minoritario che, come stabilito dal Consiglio di Stato, deve soccombere rispetto all’interesse collettivo generale.
Il mondo venatorio, pur rappresentando solo l’1% della popolazione italiana e sempre più numericamente in declino, continua ad essere accontentato dai nostri politici con concessioni ormai anacronistiche e altamente lesive degli interessi di intere categorie di cittadini: agricoltori, proprietari di agriturismi, b&b , maneggi, escursionisti, cercatori di funghi, tartufai o, semplicemente, residenti in campagna. Tutti sono obbligati a subire impotenti, non solo per i cinque mesi di caccia vera e propria, ma praticamente per tutto l’anno, a causa di questa “caccia” a cui è stato cambiato il nome in modo che non valgano più le leggi e i divieti venatori. La collettività è stanca, e l’insufficienza delle pattuglie di Polizia Provinciale e CFS ad accorrere alle richieste di aiuto dei cittadini ne è una prova.
Ma quando, pur di accontentare una minoranza, si arriva addirittura a far morire gli animali con modalità così spietate, e raccapriccianti per tutte le persone che non trovano di per sé divertente uccidere, come dimostra la mobilitazione di massa che si è attivata in Toscana, l’offesa alla dignità e alla sensibilità della maggioranza dei cittadini richiederebbe un gesto di rispetto e civiltà.
Chiediamo agli Amministratori della Provincia di Ascoli Piceno, per quanto di propria competenza, di interrompere immediatamente le battute di caccia alla volpe, perché altamente lesive di tutte le specie di fauna selvatica che sono in periodo di riproduzione; di revocare il provvedimento di autorizzazione della caccia in tana perché in contrasto con le leggi sul maltrattamento degli animali ed eticamente inaccettabile; di escludere dal Regolamento Provinciale n 55/2008 la possibilità di effettuare gli abbattimenti delle volpi mediante la caccia in tana, nonché mediante l’altrettanto atroce metodo delle trappole, sia per quanto attiene alle volpi che ai corvidi.
Monika Pellegrini
Sonia Urbini e famiglia
Rimini
Dr. SUSANNA CHIESA
Presidente
Responsabile Sezione “No vivisezione”
Coordinatrice “Ufficio Legale per i Diritti Animali”
lucilla mancini
Associazione “Arca 2000” onlus diritti dell’animale malato
S.Benedetto del Tronto
Presidente Daniela Ballestra
Rosalba Pereira