Un matrimonio finito che degenera in una serie di episodi inquietanti. Un crescendo di azioni molestatrici e poi violente, subite da una donna abitante sulla costa maceratese. Telefonate nel cuore della notte, minacce gravi, appostamenti sotto casa di lei, dei suoi familiari e sul luogo di lavoro, ma anche incursioni in casa con danneggiamenti di mobili e suppellettili. La donna ha trovato la forza di denunciare ai carabinieri quanto stava subendo. Più volte pattuglie dell’Arma della Compagnia di Civitanova erano intervenute per documentare episodi occorsi. Come quando le aveva danneggiato l’auto o, mentre era in auto, l’aveva costretta a barricarsi dentro per evitare la sua violenza con calci e pugni al finestrino e alla portiera. Uno scenario, purtroppo, comune nei numerosi casi di stalking che l’Arma dei Carabinieri frequentemente tratta e segue nelle fasi investigative preliminari. Atti che costringono le vittime, come in questo caso, a cambiare dimora, domicilio, a mutare le abitudini di vita. Atti che, nella maggior parte dei casi, si verificano nei primi mesi successivi ad una separazione, mal digerita da uno dei partner. Atti che investono, inevitabilmente, la vita dei figli piccoli. E le condotte “gravemente vessatorie”, “minatorie” e “ingiuriose”, le mancate corresponsioni di assegni per il mantenimento della prole, di quest’ultimo caso, sono stati puntualmente corredati dai Carabinieri in un’informativa inoltrata alla Procura di Macerata. Il GIP del Tribunale ha emesso tempestivamente un’ordinanza di misura cautelare personale di “divieto di avvicinamento alla persona offesa nei luoghi dalla stessa frequentati” e “divieto di comunicare attraverso qualsiasi mezzo, anche telefonico ed sms”. Un provvedimento notificato dagli stessi carabinieri all’indagato.
I carabinieri delle stazioni della costa maceratese hanno, recentemente, approfondito le loro conoscenze in incontri sulla materia, tenuti presso la Caserma Piermanni, parlando di violenza di genere, di violenza sessuale, di reati in danno di minori, di atti persecutori e di maltrattamenti in famiglia. Carabinieri parte integrante di un team di attori istituzionali, della “Rete Nazionale Antiviolenza”, a cui partecipano Forze di Polizia, Centri Antiviolenza “Sportelli”, 1522, Consultori e strutture sanitarie. I compiti della Rete sono stati illustrati, nel corso dei recenti seminari, dalla Dottoressa Margherita Carlini, responsabile del centro antistalking di Ancona. Ha raccontato le esperienze del Centro e le tipologie di casi seguiti, evidenziando assistenza, consulenza, sostegno legale e psicologico alle vittime di discriminazione e violenza. L’opera dei centri, ha sottolineato la Carlini, si rende vitale nell’aiutare le vittime di reato in quelle situazioni di particolari gravità: un aiuto a trovare “case rifugio”, quando necessita un allontanamento dal presunto autore delle violenze poiché è elevato il rischio per l’incolumità fisica, e persino fornire corsi di orientamento e formazione al lavoro.
Nel corso degli incontri, inoltre, si è inquadrato il fenomeno della “vittimizzazione secondaria”, quella condizione di ulteriore sofferenza e oltraggio sperimentata dalla vittima in relazione ad un atteggiamento di insufficiente attenzione, o di insensibilità, da parte delle agenzie di controllo formale, come leforze di polizia o i sistemi socio sanitari, nella fase del loro intervento e si manifesta nelle ulteriori conseguenze psicologiche negative.
I Carabinieri della Compagnia di Civitanova Marche, dal 2009, anno dell’entrata in vigore della legge sullo stalking, ad oggi hanno tratto in arresto 6 uomini e denunciato 23 persone all’Autorità Giudiziaria per “atti persecutori – stalking”, mentre ne sono state denunciate 18 per “violenza sessuale”.