Sanità, linee guida per la riorganizzazione dell'emergenza

Sanità, linee guida per la riorganizzazione dell'emergenza

Rete di emergenza territoriale, priorità per le aree svantaggiate dell’entroterra

Tale azione di riqualificazione costituisce un presupposto fondamentale delle manovre regionali 2013, che sono chiamate a tutelare i servizi ai cittadini affrontando un taglio di risorse nazionali di -180 milioni di euro solo per quest’anno e di -600 milioni su base triennale. L’obiettivo è di garantire il diritto alla salute dei cittadini in tutto il territorio regionale, ampliando la distribuzione dei servizi e delle strutture di emergenza in tutte le Marche attraverso una rete unica e integrata.

I due pilastri della nuova organizzazione saranno costituiti da:

-un sistema dei trasporti sanitari e di emergenza che porti il paziente nella sede giusta, nel tempo giusto;

-una “rete” di strutture e servizi differenziati per intensità delle cure fornite (per l’acuzie, la post acuzie, la riabilitazione, il domicilio)

La nuova organizzazione a rete consente di superare la frammentazione ospedaliera, ma può funzionare in presenza di una rete di  trasporti di emergenza diffusa sul territorio. È questa la vera novità della riorganizzazione, per la quale non solo non sono previste riduzioni dei costi per recuperare parte dei 180 milioni di tagli nazionali, ma anzi è previsto un investimento per redistribuire in modo più diffuso e appropriato nel territorio di Area Vasta le ambulanze del soccorso territoriale.

“Presupposto fondamentale per il nuovo modello organizzativo è la riorganizzazione del sistema di soccorso territoriale e dei trasporti sanitari tra i nodi della rete, in una logica unitaria che garantisca uniformità di accesso e di servizio su tutto il territorio regionale”,  ha sottolineato il presidente Gian Mario Spacca, nel corso della riunione.

“Dove non sarà presente il Punto di primo intervento – assicura l’assessore alla Salute, Almerino Mezzolani – questa tipologia di struttura verrà garantita dal sistema di emergenza territoriale, con la tipologia di mezzi adeguata, idonea a garantire, a seconda della gravità, soccorsi avanzati, medi e di base, in funzione dell’intensità di cura richiesta”.

La diffusione dei servizi di emergenza su tutto il territorio regionale, in particolare dell’intero entroterra regionale, si baserà soprattutto sul potenziamento dei mezzi di soccorso.
Già ora questi mezzi sono superiori a quelli che dovremmo avere sulla base degli standard, ma per garantire i servizi anche sui territori montani particolarmente ampi, ancorché con popolazione scarsa, è stata prevista una riclassificazione dei mezzi di soccorso (MS) nelle tre tipologie (MSA, con medici e infermieri, MSI con Infermieri, MSB con volontari), garantendo un MSA aggiuntivo in ciascuna Centrale 118 come riserva per coprire eventuali richieste eccedenti le attuali.
L’intero servizio sarà organizzato in maniera unitaria in tutto il territorio regionale, superando l’attuale frammentazione e diverrà più efficiente grazie alla assunzione di quella parte dei medici del 118 oggi ancora con rapporto convenzionale e grazie al potenziamento delle competenze degli equipaggi infermieristici. 
Con questa nuovo modello a rete che si può superare la frammentazione del servizio sanitario regionale, rappresentata dal numero eccessivo di piccoli ospedali, ben 33, 15 dei quali con posti letto compresi tra 20 e 68 posti letto, numero totalmente insufficiente, per gli standard scientifici attuali, a garantire qualità e sicurezza di cure per l’acuzie. Da qui la necessità di trasformare questi Ospedali in Case della Salute, dedicate a funzioni di tipo territoriale o di lungodegenza, lasciando ai Presidi Ospedalieri di Area Vasta e alle Aziende (Ospedaliera, Ospedaliero Universitaria e INRCA) le funzioni per l’acuzie, in una gradualità di interventi (di primo e secondo livello) come prevista dalle recenti disposizioni legislative.

 

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