Nato nell’aprile 2009 e gestito dall’Amministrazione provinciale, il Cras ha in questi quattro anni svolto un’importante attività di soccorso animali selvatici, di cura e rimessa in libertà, oltre ad occuparsi della rimozione delle carcasse di quelli investiti o deceduti per varie cause. L’attività del Centro, attivo 24 ore su 24 (cell. 348.5162539 o 329.4308856), è stata riassunta in un report presentato alla stampa dall’assessore provinciale alla Gestione e tutela della fauna selvatica Massimo Galuzzi e dal responsabile del Cras Lamberto Feduzi, insieme ad un pieghevole realizzato dall’associazione ambientalista “Lupus in Fabula” (presieduta da Andrea Pellegrini), con suggerimenti e raccomandazioni per un comportamento corretto davanti ad animali selvatici bisognosi di aiuto. Raramente infatti i cittadini sanno cosa fare di fronte ad un capriolo investito, un cucciolo di riccio ferito e tante altre specie che popolano il nostro territorio. Erroneamente si contattano i veterinari o i servizi della Asl, quando invece la competenza è della Provincia attraverso il Cras. “Il Centro – ha detto l’assessore Massimo Galuzzi - è un fiore all’occhiello della Provincia. Con la legge numero 7 del 2012, la Regione Marche ha dato un importante riconoscimento a questa attività, individuando Centri di recupero anche nelle altre province”. Lamberto Feduzi, che coordina i tre operatori della Provincia e 4 volontari, ha fornito alcuni dati: dal 2009 al 2012 sono stati recuperati 4.692 animali selvatici, di cui 2840 mammiferi (1506 caprioli, 237 cinghiali, 168 daini, 291 istrici, 207 tassi, una lupa e 23 carcasse di lupo) e 1731 uccelli (di cui 498 rapaci). “Quello che raccomandiamo alle persone che ci chiamano per il soccorso di animali selvatici è di toccarli meno possibile per non causare ulteriore stress e facilitare il loro reinserimento. Attenersi alle nostre indicazioni, in attesa dell’arrivo degli operatori, è fondamentale”. Come evidenziato anche nell’opuscolo, spesso, in buona fede, si commettono infatti errori, come nel caso di cuccioli di capriolo trovati nei boschi e accuditi credendoli abbandonati, senza sapere che le madri di solito tornano ad allattarli dopo essere state a mangiare. Se il piccolo odora di esseri umani, perché qualcuno l’ha toccato, le madri scappano spaventate e probabilmente non tornano più. Altri esempi sono quelli degli uccelli che continuano a sfamare i propri pulcini anche quando sono caduti dal nido o di mammiferi che, non potendosi costruire una tana, lasciano i cuccioli da soli tra l’erba o nel bosco. E’ preferibile dunque telefonare al Cras prima di compiere qualsiasi azione che può rivelarsi inopportuna. “In 15 anni di storia della nostra associazione – ha detto Andrea Pellegrini – non ci siamo mai trovati così d’accordo con la Provincia come per il Cras, che è un esempio per l’intera regione. Per questo abbiamo voluto realizzare un opuscolo che ne evidenzi l’attività, fornendo informazioni utili alla popolazione”.