Una sentenza piena di “forse, potrebbe, verosimilmente, probabilmente … in un processo di fantasia”che per Biscotti e Gentile apre un nuovo scenario nella vicenda dell'omicidio di Melania Rea avvenuta il 18 aprile del 2011 nel bosco di Ripe di Civitella.
I difensori dell'ex caporalmaggiore dell'esercito ritengono di aver vinto sul piano delle perizie scientifiche con il giudice Tommolini che “disattende” gli stessi periti che ha nominato e che nelle motivazioni non spiega nulla. Una sentenza che per la difesa è preoccupante visto che nel caso di dubbi, come gli avverbi usati nelle motivazioni dimostrano, occorrerebbe assolvere l'imputato.
Una sentenza partorita da una “preconvinzione”.
“Sarà una battaglia dura ma in Appello siamo convinti che vinceremo. Questa vicenda giudiziaria è diventata anche una battaglia non solo per difendere Parolisi ma per la civiltà giuridica – dice Nicodemo Gentile - Salvatore Parolisi è terrorizzato, non sa come difendersi poiché sono cambiate diverse sceneggiature, l'ultima è quella del giudice Tommolini che ha condannato nel dubbio in base ad una giurisprudenza creativa– aggiunge l'avvocato – Salvatore ha detto “ Pensavo di essere giudicato da un magistrato e non da uno psicologo”.
E' un provvedimento draconiano con una pena smisurata in un deserto probatorio. Diventerà un processo pubblico dicono i difensori poiché l'opinione pubblica ha il diritto di conoscere".
“Ci sono stati atti dei quali siano venuti a conoscenza solo nel 2012 – dice Biscotti – trasmessi con notevole ritardo, altri che forse non sono mai stati trasmessi e noi non li conosciamo. Il giudice Tommolini ci ha dato alcune soddisfazioni: è l'unica che ha detto che erano stati violati i diritti di Parolisi.
Ha dichiarato inutilizzabili tutte le dichiarazioni fatte da Salvatore prima che fosse iscritto nel registro degli indagati. Ci sono stati reperti distrutti dai Ris, il fascicolo dei macedoni tenuto in sonno, il contenuto gastrico di Melania che manca, l'impronta di calzatura sul semiasse del chiosco che diventa un'impronta palmare”.
Poi c'è il punto della patria potestà tolta a Parolisi.
La difesa annuncia battaglia anche su questo. “Il giudice tutelare – dice l'avvocato Benguardato – che ha incaricato la la dottoressa Bencivenga di fare una perizia sul rapporto tra Salvatore Parolisi e sua figlia ed è emerso che c'è la necessità che Salvatore veda sua figlia e che la piccola veda il padre. Si evince dal fatto che quando parla con il padre al telefono la bimba abbraccia la cornetta”.