Il tecnico non finirà in carcere in quanto la pena è sospesa per cinque anni. Lo ha deciso, dopo due sole udienze, il tribunale vaticano presieduto dal giudice Giuseppe Dalla Torre, sabato 10 novembre.
Il tecnico è stato però condannato al pagamento delle spese processuali e gli verrà restituita la cauzione di mille euro che aveva versato per la sua scarcerazione dopo l’arresto del 25 maggio.
L’udienza finale, si è tenuta nella piccola aula del Tribunale all’interno del Vaticano ove era già stato giudicato il maggiordomo del Papa Paolo Gabriele.
Il pubblico ministero Nicola Picardi aveva chiesto una pena di quattro mesi, ridotta poi a due con le attenuanti generiche mentre l’ avvocato difensore di Sciarpelletti,Gianluca Benedetti, aveva chiesto la piena assoluzione ed ha già annunciato ricorso.
Secondo l’avvocato Benedetti la busta, contenente documenti riservati trovata nella scrivania di Sciarpelletti,con il timbro dell’Ufficio informazioni della Segreteria di Stato e confluiti poi nel libro “Sua Santità” di Gianluigi Nuzzi sarebbe risultata ininfluente nella condanna dell’ex maggiordomo del Papa,Paolo Gabriele.
Il tribunale invece con la formula finale “Invocata la SS.Trinità” ha giudicato Sciarpelletti “colpevole del delitto ascrittogli per aver aiutato ad eludere la giustizia”.
Durante l’udienza, oltre a Sciarpelletti sono stati ascoltati sotto giuramento il direttore dell’ufficio informazioni della Segreteria di Stato Mons.Carlo Maria Polvani, il vice comandante delle Guardie Svizzere e l’ufficiale della gendarmeria vaticana Gianluca Broccoletti, nonché Paolo Gabriele che sta scontando nel carcere del Vaticano la condanna ad un anno e mezzo.
Paolo Gabriele con la sua testimonianza ha salvato la dignità di Mons.Polvani – sacerdote e nipote del nunzio a Washington Mons.Carlo Maria Vigano – in quanto il sacerdote era stato accusato da Sciarpelletti di avergli consegnato una busta di documenti incriminanti da far avere a Gabriele. L’ex maggiordomo ha dichiarato in aula di essere stato lui a consegnare i documenti a Sciarpelletti ma di non ricordare né come né quando.
Gabriele ha poi raccontato che con Sciarpelletti si confrontavano su questioni vaticane che all’epoca dei fatti lo preoccupavano, e che in più di una occasione ha invitato il tecnico a leggere documenti da lui selezionati, frutto di ricerche su Internet.
Durante l’udienza si è verificato un fatto insolito, il computer di un cancelliere si è bloccato,sembrava che il processo dovesse essere rimandato e l’imputato Sciarpelletti si è offerto di ripristinarlo,ma gli è stato negato. Un altro funzionario ha provveduto a riavviarlo.