Dopo le ultime adesioni pubbliche di imprenditori come i fratelli Matteo ed Attilio Sorbatti, di Graziella Ciriaci e per ultimo di Simone Mariani ex Presidente di Confindustria, Ad del Gruppo Sabelli e un'attenta riflessione sul quadro generale, mi sento costretto ad intervenire rispondendo a chi propone un arretramento parziale, come se esso fosse la soluzione di cui essere orgogliosi.
Penso che l’arretramento di una sola carreggiata sia una soluzione almeno bizzarra che non risolve le questioni, ma le rimanda e va a creare un'ulteriore ferita nel nostro territorio.
È ora di ricordare, mi risulta, al Presidente della Regione Francesco Acquaroli che la legge 36 del 31.03.2023 sul dibattito pubblico che è obbligatorio. Credo che Arretramento.it Comitato per l’innovazione delle Infrastrutture, della Logistica e del Turismo debba essere incontrato informato ed ascoltato.
In qualità di Presidente di Arretramento.it ritengo che la soluzione sia sempre quella dell’arretramento integrale a servizio di due province quella fermana ed ascolana.
Arretramento sempre a tre corsie che tenga conto in modo fondamentale dello sviluppo ferroviario ad A/V per passeggeri dove verrà trasferito il trasporto merci, dato che l’opera è stata decisa dal governo in base alle reti transeuropee dei trasporti TEN-T (corridoio Adriatico) e agli adeguamenti recenti, come l’allungamento fino a Bari, che impatta notevolmente sul nostro territorio.
Qui RFI e società Autostrade per l’Italia, a mio avviso, devono interfacciarsi al più presto per non sprecare denaro pubblico per una progettazione non asincrona e che tenga conto anche della vocazione turistica di tutti i territori del Sud delle Marche; ribadiamo che l’arretramento deve essere integrale e sul progetto d’insieme devono lavorare le società suddette.
Non possiamo che essere perplessi di come la politica si mostri entusiasta di un'opera “posticcia”, facendola passare per innovativa e risolutiva.
La soluzione ibrida suggerita da qualcuno, per unico senso di marcia, costituisce un caso unico al mondo!
Solo questo dovrebbe far riflettere.
A me piace parlare in termini consequenziali e logici; la SS16 dovrebbe essere il punto di partenza di qualunque progetto di revisione infrastrutturale, perché è la fascia più popolata dove vivono decine di migliaia di persone e che per il traffico e lo smog stanno vivendo disagi non più sostenibili.
In base agli incontri tenuti da noi con alcune Università, le quali hanno avuto mandato dall’Anas stessa di trovare soluzioni per studiare, migliorare la SS16 ed eventualmente trovare soluzioni, il nostro tratto viene visto come un tratto molto problematico e quindi si raccomandava all’Anas di traslocare sull’attuale A14 così da arretrare integralmente l’A14. Questo studio è di oltre 10 anni fa!
Consequenzialmente tale arretramento favorirebbe anche i territori interni, dimenticati negli ultimi anni e aggravati dalle vicende del terremoto.
Una domanda che vorremmo porre al Presidente della Regione, che ci auguriamo di poter vedere di persona al più presto anche per esprimere il nostro punto di vista, è se sia stata prevista una fascia di rispetto con relativi espropri, per un’eventuale carreggiata che vada verso nord, qualora non si possa fare proprio adesso nella sua auspicabile completezza?
Il Comitato Arretramento.it tra gli obiettivi ha quello di far sì che la società Autostrade per l’Italia non aggiunga chilometri al tracciato, se non il minimo necessario.
Già solo riducendo il numero di curve infatti diminuirebbe al massimo l’impatto ambientale su un territorio già provato.
La proposta presentata dalla Regione non solo non tiene conto degli annosi problemi di pericolosità, evidenziati da un numero di incidenti mortali sul tratto considerato, ma va ulteriormente ad aggravare la situazione esistente.
La mia esperienza nel mondo dei trasporti mi ricorda anche che molti dei centri intermodali, realizzati anni fa, sono stati posizionati su logiche politiche e non su logiche geo-economiche funzionali.
L’arretramento integrale avvicinerebbe questi luoghi agevolando notevolmente il lavoro dei trasportatori, al mondo a cui sono molto legato.
ROBERTO GALANTI