La decisione di inaugurare il Centro, diretto dal dott. Duilio Testasecca, venne presa a suo tempo nel momento migliore. Nel 2004 la popolazione marchigiana dimostrò tutta la sua generosità con 36 pmp (per milione di persone) facendo classificare la regione prima in Italia per donazioni. A quel punto, Ospedale, Università e Regione decisero, di comune accordo, che era arrivato il momento giusto per avviare l’attività trapiantologica di fegato e rene nelle Marche in modo che i pazienti marchigiani non fossero più costretti a fare i viaggi della speranza altrove.
Il primo trapianto di rene venne effettuato il 30 maggio 2005, il primo trapianto di fegato il 2 agosto successivo. Nel 2007 iniziò l’attività di trapianto su soggetti Hiv, di trapianti di pancreas e quelli combinati rene – pancreas, nel 2010 fu la volta del primo trapianto di rene da vivente.
Da allora ad oggi sono stati eseguiti in tutto 518 trapianti: 249 di rene, 260 di fegato, 1 di fegato e rene, 2 di pancreas, 5 di pancreas e rene e q di rene da vivente.
Nel frattempo è aumentata fortemente la sensibilità della popolazione sul tema delle donazioni che da un tasso dell’11,6 pmp del 2002 sono passate oggi al 44,1 conquistando il primato nazionale. In base ai dati del 31 agosto le Marche in Italia sono inoltre prime in classifica per donatori utilizzati con un tasso del 37,1 pmp. Seguono il Friuli Venezia Giulia con il 35,7 e la Toscana con il 33,5. L’età media dei donatori nelle Marche nel 2011 è stata di 62,8 anni.
Alla luce di questi dati si può quindi affermare senza dubbio che il processo donazioni – trapianti – si è rivelato, nelle Marche, un processo di eccellenza nell’ambito del quale i professionisti e gli operatori hanno lavorato in squadra supportati nel modo più efficace dalle istituzioni. Si è sviluppata un’azione sinergica, aggregante, fa operatori sanitari, Università, Ospedale e la Regione che, molto sensibile alla tematica, ha deliberato varie normative e ha stanziato le risorse necessarie.
Determinante è stata anche la collaborazione con il Nord Italia Transplant (NIT), che nella sua funzione principale di assegnazione degli organi ha sorvegliato tutto il processo, gestendo insieme al Centro trapianti regionale i vari momenti.
Un aspetto da considerare, soprattutto di questi tempi, è il lato economico e finanziario del progetto Trapianti nelle Marche: è infatti fortemente diminuita la mobilità passiva dei pazienti e si assiste ad un incremento del 30% della mobilità attiva grazie alla forte attrazione esercitata dal Centro Trapianti di Ancona nei riguardi dei pazienti che si devono iscrivere alle liste d’attesa.
Ora ci si chiede: quale futuro? Sarà necessario proseguire in una incisiva politica sanitaria regionale per incrementare ancora le donazioni coinvolgendo la società civile e ridisegnando, in accordo con l’Aido, il modello organizzativo di sensibilizzazione. L’equipe di Torrette punta inoltre a ridurre ulteriormente il tempo di attesa per il trapianto sia promuovendo il trapianto di rene da vivente sia cominciando ad eseguire trapianti di fegato da vivente.