Ama-Aquilone, l'8 luglio la festa della dimissione

Ama-Aquilone, l'8 luglio la festa della dimissione

Diciotto ragazzi terminano il percorso di disintossicazione dalla droga

Avverrà domenica 8 luglio a partire dalle 16.30 presso la Cooperativa “Ama-Aquilone” in contrada Collecchio di Castel di Lama. E' la festa della dimissione che giunge alla sua 16esima edizione e della gioia fa il tema della giornata, come simbolo di una libertà riconquistata. Festeggeranno operatori sociali e familiari degli ospiti della comunità. E' il termine di un percorso niente affatto facile, imponderabile – come tiene a dire il presidente Francesco Cicchi – che mescola in un esser umano vittima della droga cause ed effetti tra i più diversi.
«E' per questo che anche se uno solo ce la facesse la nostra mission sarebbe soddisfatta – dice Cicchi – Capita di dover accompagnare verso la morte un tossicodipendente storico divorato da un cancro alle ossa. E al cospetto del suo disfacimento e di dolori atroci che lo affliggono, per assurdo chiedergli se non sarebbe meglio rituffarsi nella droga, e sentirsi rispondere che nonostante tutto c'è il desiderio di morire da uomo e non da tossicodipendente. Oppure essere in trepidazione per Ryan, un bimbo di un anno, figlio di una tossicodipendente che assume 16 pillole al giorno, ha subìto diversi interventi a cuore aperto e ora è al Torrette, eppure sorride».
E' per questo che la statistica, che pure è base per la vita dell'Ama-Aquilone, eccellenza nel suo settore in Italia, è una variabile che non influenza il lavoro giornaliero di gruppi di ascolto, di psicoterapeuti e psicologi che lavorano per il recupero di vite drammaticamente segnate dalla droga. Carcere, violenza, prostituzione, abusi. Un cocktail esplosivo che parte da un unico ingrediente: gli stupefacenti. In contrada Collecchio si lavora sui diversi profili che contraddistinguono un tossicodipendente: la terapia farmacologica, quella di sostegno psicologico e l'ergoterapia. Si, il lavoro serve a ristabilire l'ordine in una vita senza più regole.
E presso l'Ama-Aquilone da poco tempo si pensa anche alla possibilità di un reinserimento lavorativo al termine del percorso di disintossicazione in comunità. «Ci sono alcuni esempi di ragazzi che ora hanno un'attività in proprio che funziona – dice Paula Beatriz Amadio, che si occupa di Sil (Servizio di inclusione sociale lavorativa) – Non è semplice perché non hanno alcuna conoscenza di come si entra nel mondo del lavoro, non conoscono nessuna regola e quindi noi li sosteniamo in tutto il percorso verso questo obiettivo importante specialmente in un periodo come quello odierno». Ama-Aquilone oggi è Casa Ama (Comunità terapeutica residenziale), Casa Aquilone (doppia diagnosi), Casa A. Agostini (per madri tossicodipendenti con figli), Casa La Bussola (centro crisi residenziale) Casa La Navicella (comunità per minori), Casa L'Aquilone (centro diurno).
Ci lavorano in 60, quasi tutti laureati e – ci tiene a ribadire Maurizio Castelli che lavora in amministrazione – tutti con regolare contratto di assunzione a tempo indeterminato.
E' un altro fiore all'occhiello di questa Cooperativa che applica la stessa coerenza e soprattutto il “buon senso” nel restare punto di riferimento di produzione agricola biologica. Il biologico vero, sottolineano, tanto da fare la guerra con il fumo contro le talpe che assalivano gli ortaggi, una guerra vinta a vantaggio della genuinità dei prodotti che tra breve si potranno comprare online dal loro sito.
Nel 1981 ad opera di alcuni volontari stimolati da un magistrato Anna Maria Abate nasce l'associazione “Ama”, (imperativo di amare).
Nel 1983 si fonde con L'Aquilone fondato a san Benedetto da Francesco Cicchi. Dal 2001 la Cooperativa si occupa di progetti di cooperazione allo sviluppo (Il Mondo di Masih).
In 31 anni di attività sono passati in queste strutture circa 2 mila tossicodipendenti. Ogni anno ne vengono dimessi dai 15 ai 22, ma questo non vuol dire che non ci sia nessuno che non ricada. Lo sforzo in ogni caso è quello di tenersi in contatto con loro per recuperarli.
Per la festa dell'8 luglio il programma prevede lo spettacolo dei bimbi della Navicella, la santa messa e i battesimi, “Un po' di gioia”, una riflessione di Francesco Cicchi, “Qualche domanda” a Don Armando Zappolini, presidente Cnca, alle 19 la dimissione dei ragazzi, alle 20 la cena e l'estrazione della lotteria. Alle 21 lo spettacolo musicale con il gruppo I Pupazzi.